Friuli nel mondo ha 60 anni Tre giorni di festa a Udine

I Fogolâr cambiano impostazione e lentamente cambiano anche “mission”. «Potremmo essere delle piccole Farnesine»
Udine 30 luglio 2013 friuli nel mondo Copyright Petrussi Foto Press/Turco
Udine 30 luglio 2013 friuli nel mondo Copyright Petrussi Foto Press/Turco

UDINE. Compie 60 anni e invece di invecchiare ringiovanisce e cambia pelle. E’ un Ente Friuli nel mondo in versione “2.0” infatti quello che si appresta a festeggiare la mega kermesse dedicata agli emigranti friulani nel mondo in coincidenza con le sei decadi di vita dell’ente e il decimo raduno dei corregionali all’estero.

Una tre giorni di appuntamenti (che spieghiamo nel dettaglio nell’articolo a parte) che un tempo sarebbero stati dedicati soprattutto ad approfondimenti culturali e delle tradizioni locali, con grande spazio all’enogastronomia e alla marilenghe. E che quest’anno invece, adeguandosi quanto mai ai tempi, avranno più che mai un carattere economico.

«I rapporti degli emigrati con la Patria del Friuli - ha spiegato ieri nel corso della presentazione della tre giorni il presidente dell’Ente Pietro Pittaro - continuano ad essere ottimi e anche le giovani generazioni sentono forte il richiamo delle radici, specialmente se ancorato a rapporti economici di business dal Friuli verso il mondo e dal mondo verso il Friuli. Per questo il nostro messaggio vuole essere forte e chiaro. Non abbiamo più nel mondo Fogolârs Furlans o Fameis Furlanis. Abbiamo le nostre piccole ambasciate che ci guardano con interesse, pensando al futuro senza dimenticare il passato».

E proprio questo chiedono ora, alle istituzioni friulane, i corregionali emigrati nel mondo. Questi, che si calcola siano almeno 4 milioni (e molti, moltissimi come posizioni di primissimo piano nei più diversi ambiti), hanno un’idea ben chiara di che cosa sia lo status di emigrante negli anni 2000. E quale sia il loro possibile e reale valore aggiunto per una regione piccola ma ricca di opportunità come la nostra, colpita anch’essa, e non poco, dalla crisi economica.

«I nostri Fogolârs potrebbero essere centinaia di piccole Farnesine sparse per il mondo. Basta con “broade e muset”. Il nostro ruolo - ha spiegato il presidente del Fogolâr Furlan di Lione, Danilo Viezzo - è ben altro. Già ora in qualche modo svolgiamo il servizio da ufficio di collocamento. Ora più che mai ci arrivano tantissime richieste di chi cerca un futuro più sicuro fuori dall’Italia e dal Friuli. Noi facciamo girare i curricula, ma altro non possiamo fare. Eppure - ha concluso Viezzo - potremmo essere un ingranaggio importante in un meccanismo per lo sviluppo del business friulano fuori dal Friuli, favorendo poi anche un notevole movimento turistico in questa nostra terra d’origine così bella».

Il tutto per un servizio praticamente a costo zero, o quasi, e a favore di altri enti più importanti come la Regione. «L’Ente Friuli nel mondo ha un quarto di finanziamenti rispetto agli anni d’oro - ha aggiunto Pittaro -. E la mia stessa carica è solo onorifica e non remunerata».

Sabato questi messaggi saranno lanciati direttamente anche dai sei manager under 50 (Stefano Ritella, Cina; Vivian Beltrame, Brasile; Deris Marin, Australia; Matthew Melchior, Canada; Roberto Bottega, Sud Africa e Isabella Lenarduzzi, Belgio) chiamati a raccontare le loro esperienze. «I politici sono stati invitati - ha concluso Pittaro - ma spero che per una volta stiano zitti e prendano appunti».

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