Fumogeni, cori e applausi: a Udine celebrati i funerali di Stefano "Roccia" Capitanio

“Ora e sempre Roccia presente”: un coro, un pianto di dolore. Sotto la scorza, allora, un uomo disponibile, buono e tenace. Un uomo a cui ieri la città si è stretta in un caloroso abbraccio: la Udine ultrà, la Udine dello sport e di quanti, prima o dopo, sotto quella scorza, valsagli il nickname di “Roccia”, hanno incontrato un amico, un fratello maggiore, un leader. Di questa mattina l’ultimo saluto a Stefano Capitanio, punto di riferimento per tutto il tifo udinese, nel calcio come nel basket, mancato improvvisamente, dopo un malore, a 60 anni. Gremita, per l’occasione, la chiesa di San Pio X, alle porte di casa sua, in zona Baldasseria, di un quartiere che soltanto da alcuni anni aveva lasciato per trasferirsi a Rimini. Il cuore, però, quello era sempre rimasto in città, lo spirito visceralmente legato alle sorti dell’attuale Apu, dell’Udinese.
Presenti i familiari, gli amici di una vita, giunti anche da fuori regione. Con loro le autorità, i riferimenti, in primis del tifo

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