Ultimo saluto a Emma Cadelli, la promessa dei genitori: «Realizzeremo le tue idee»

La ragazza è morta a 20 anni a Parigi a causa di un malore improvviso. Chiesa gremita, bandiere a mezz’asta e lutto cittadino a Roveredo in Piano

Valentina Voi
Don Andrea Della Bianca durante le esequie celebrate nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo. foto brisotto/petrussi
Don Andrea Della Bianca durante le esequie celebrate nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo. foto brisotto/petrussi

La luce di Emma continua a brillare. Nel suo amore per l’ambiente e nelle sue idee che i genitori vogliono onorare con un progetto a lei dedicato, perché, come hanno spiegato, «si sentiva parte dell’universo e quale piccolo ingranaggio cercava di fare la sua parte per favorire il bene e la giustizia».

Nel suo sorriso e nelle sue risate, impresse nei cuori degli amici che ha conosciuto a Roveredo in Piano e nel mondo. Nella speranza che la fede, piccola o grande che sia, sa dare anche a chi nei limiti dell’essere umano non trova risposte per una «morte incomprensibile». Ha usato queste parole don Andrea Della Bianca, parroco di Roveredo in Piano, nel celebrare nel pomeriggio di lunedì 3 febbraio il funerale di Emma Cadelli, 20 anni, morta per un malore a Parigi, dove studiava.

 


A Roveredo in Piano chiesa gremita per i funerali di Emma Cadelli

Vent’anni e una vita da scrivere, vent’anni e tanta strada già fatta. Gli studi all’estero e il diploma internazionale al Collegio Pio X di Treviso, la passione per la chimica e la volontà di mettere le sue competenze a servizio del mondo, dell’ambiente, della comunità. E ancora la capacità di tessere relazioni, di entrare in sintonia con le persone ma anche di ascoltare la propria voce interiore, con un’introspezione che il tempo, da solo, non regala. Il coraggio di coltivarla, sì.

Una cerimonia sobria ma ricca di emozione, pensiero, fede. La salma di Emma è stata accompagnata dai familiari – in testa il padre Stefano Cadelli e la madre Barbara Piccinin – fino alla chiesa di Roveredo in Piano. Intorno, bandiere a mezz’asta e serrande abbassate, come richiesto dal sindaco Paolo Nadal, presente insieme a Patrizia Antonel, vicesindaco di San Quirino, dove vivono alcuni familiari.

Non risponde alle telefonate della famiglia, Emma trovata morta a 20 anni: studiava a Parigi
Emma Cadelli, 20 anni, di Roveredo in Piano: è stata trovata morta in uno studentato di Parigi, dove studiava

Ad attenderli un picchetto della Polizia di Stato, dove il padre di Emma si è fatto conoscere per le sue competenze: è commissario della Polizia ferroviaria di Udine. Ha voluto manifestare il suo cordoglio, oltre al questore di Pordenone Giuseppe Solimene, anche quello di Udine Domenico Farinacci, presente insieme a tanti colleghi in divisa e non, per testimoniare la vicinanza di chi, giorno dopo giorno, ha partecipato alla crescita e ai successi di Emma, come una famiglia.

«Ci hai reso facile essere genitori» dicono Barbara e Stefano in un messaggio affidato, alla fine della cerimonia funebre, a don Alberto Arcicasa. Eppure la prova cui la vita li ha messi davanti è la più difficile che si possa immaginare. Hanno deciso, però di prendere a esempio il talento e la dedizione di Emma – «ultimamente era lei il nostro modello, che ci ispirava con i suoi principi, i suoi valori e le sue sorprendenti capacità» raccontano – onorandone la memoria con un progetto nato dalle sue idee.

Una speranza laica che si unisce alla speranza cristiana che i sacerdoti che hanno officiato la cerimonia (oltre a don Della Bianca e don Arcicasa c’erano lo storico parroco di Roveredo don Ruggero Mazzega, il diacono Gianluigi Gottardi e, per l’omelia, don Adel Nasr) hanno pronunciato per rispondere alla domanda che tutti, giovani e anziani, in divisa o in un borghese, arrivati da Roveredo o dalla Francia per essere con lei fino all’ultimo istante, si sono fatti guardando la bara coperta di rose rosse.

Perché? «Una morte incomprensibile – esordisce don Andrea rivolgendosi al Signore –. Ci affidiamo a te per trovare senso e significato». Un «momento contronatura» aggiunge durante l’omelia padre Adel, che battezzò Emma 20 anni fa a Budoia. Quanta vita, però, in questo poco tempo. «Lei ha sempre vissuto ogni attimo, in modo pieno e intenso – continua – in modo internazionale, creando comunione e comunità». Eccola la luce di Emma, che continua a vivere nell’eternità ma che, come se fosse «nella stanza accanto», usando le parole del diacono, è presente nelle risate che un’amica ha voluto testimoniare. «È così surreale – ricorda – sapere che non ci sei più. Eppure io ti sento ancora. Non ci lascerà mai l’immagine di te sempre felice che allegra ci racconti delle tue avventure parigine».

Eccola, la luce di questa ragazza per la quale i genitori hanno voluto, con compostezza, uscire dal riserbo e affidare alla comunità l’eredità di Emma: «Aveva il dono di riconoscere la bellezza oltre la superfici e, senza mai giudicare i limiti delle persone» spiegano attraverso don Alberto. Una giovane, Emma, che «si è sempre sentita incaricata di custodire e difendere l’ambiente» aggiungono. Per onorarne la memoria, «realizzando le sue idee, rispettando i suoi principi», i genitori hanno immaginato una strada concreta, un progetto «per il quale, quando i tempi saranno maturi, chiederemo la collaborazione a tutte le anime di buona volontà che si sentiranno in sintonia con il nostro desiderio. Questo lei avrebbe voluto». 

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