Funghi: il permesso non basta, attenzione anche a come si raccolgono

Con 25 euro all’anno si acquisisce il diritto alla raccolta fino al tetto giornaliero di tre chili. Previste sanzioni per chi non rispetta determinate regole
UDINE. L’aspetto negativo è l’aumento da 50 a 70 euro per il rinnovo del permesso regionale, quota a cui va aggiunto il costo una tantum del corso per conseguire il patentino.


Quello positivo, visto l’avvento delle Uti, è che si è ampliato il territorio dei vecchi permessi comunali: con 25 euro all’anno si acquisisce il diritto a raccogliere funghi, fino al tetto giornaliero di 3 chili, in tutto il territorio dell’Unione, compresi i Comuni che non vi abbiano aderito.


Chi è abituato a raccogliere funghi sempre nella stessa zona, anche se ampia come la Carnia o l’area della Valcanale e del Canal del Ferro, se la può cavare quindi con un esborso dimezzato rispetto al vecchio permesso regionale. A patto che abbia conseguito il patentino, naturalmente.


Queste le novità della nuova legge regionale sulla raccolta dei funghi, la 25/2017, che hanno innescato le polemiche più aspre.


Polemiche in parte stemperate dopo che il Consiglio regionale è corso ai ripari per modificare un altro articolo molto contestato dalle associazioni micologiche, quello che condizionava il rilascio della licenza alla sola frequenza di un corso, senza alcun esame.


L’esame è stato reintrodotto in corsa in sede di voto finale della legge, con la sola eccezione dei corsisti di quest’anno, esentati da una norma temporanea, e dei residenti fuori regione.


Anche i turisti sono esentati dal patentino e possono mettersi in regola con un semplice versamento giornaliero di 5 euro (fino a un massimo di 10 giornate l’anno) a favore dell’Uti dove effettuano la raccolta.


Un bel passo in avanti, considerato che il vecchio permesso per i non residenti era annuo e costava la bellezza di 100 euro.


Anche questo è stato oggetto di polemiche, ma va detto che questa prassi era già seguita in altre regioni (vedi l’Alto Adige) ed è ispirata al principio tutto sommato condivisibile che un esborso basso favorisce i comportamenti virtuosi, mentre i vecchi 100 euro incoraggiavano un’evasione sicuramente molto diffusa, se non prevalente.


Costi e sanzioni alla mano, regolarizzarsi conviene. Basti pensare infatti che l’importo della multa per chi viene “beccato” senza patentino va dai 100 ai 400 euro, oltre alla confisca totale di quanto raccolto.


Stessa sanzione per i non residenti che non abbiano versato i 5 euro giornalieri. Solo leggermente più bassa (da 75 a 300 euro) la multa per chi non abbia versato il contributo.


Apparentemente meno pesanti le sanzioni per chi violi il limite dei 3 chili: il minimo è 20 euro, ma per ogni chilo o frazione di chilo raccolto, così come per ogni esemplare “vietato”, come i porcini con un cappello inferiore ai 3 centimetri di diametro e gli ovoli chiusi.


E attenzione: sanzioni minime di 25 euro sono previste anche per i funghi raccolti in sacchi di nylon (sono prescritti contenitori rigidi) o in modo non corretto, ad esempio lasciando parte del gambo nel terreno o asportando il micelio.


Anche a queste violazioni non si accompagna soltanto la sanzione aggiuntiva della confisca dei funghi, ma anche il ritiro dell’autorizzazione per tutto l’anno solare.


Altro aspetto importante: per chi ama raccogliere in famiglia basta una sola autorizzazione, fino a un limite massimo di due persone oltre al titolare e fermi restando i 3 chili di tetto massimo, non a testa, ma complessivi, visto che il limite vale per ciascun patentino.


Se l’accompagnatore non è un familiare, si può solo sperare che chi controlla chiuda uno o entrambi gli occhi.


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