Fuoco amico su Gerolin: "Ha un doppio stipendio"
PORDENONE. Siede in consiglio regionale da quasi 15 anni, è stato sindaco e consigliere comunale. Durante la sua carriera politica, l’interrogazione sulla compatibilità o meno del suo doppio incarico (quello politico del momento e quello di funzionario di un ente pubblico economico) e del doppio stipendio è arrivata puntuale.
Ma questa volta la mela avvelenata l’ha preparata un ex compagno di partito. Daniele Gerolin, consigliere regionale del Partito democratico, finisce vittima del fuoco amico: in consiglio comunale a San Vito al Tagliamento è stata presentata un’interrogazione «sulla mancata collocazione di un dipendente della zona industriale Ponterosso in aspettativa non retribuita». E il dipendente sulla graticola è Gerolin.
Il firmatario è Giacomo Collarile, oggi capogruppo di una civica che si chiama Alternativa Comune, nata da una costola del Partito democratico.
Quella costola che, assieme ai Cittadini per il presidente, ha cercato di boicottare l’elezione di Antonio Di Bisceglie a sindaco di San Vito al Tagliamento. E forse la “colpa” di Gerolin, è stata proprio quella di appoggiare Di Bisceglie. Proprio al sindaco – il Comune è socio della zona industriale ed esprime la presidenza – è arrivato l’atto della discordia alla vigilia dell’inesediamento.
L’interrogazione ricorda che «il consigliere svolge contemporaneamente due ruoli così importanti (Responsabile tecnico e commerciale alla Zipr, con uno stipendio annuo di circa 65 mila euro e quello di consigliere regionale, componente l’ufficio di presidenza e componente della seconda commissione Attività produttive, con un compenso annuo di circa 120 mila euro».
Ma l’interrogazione non si ferma qui e rileva «da una parte l’insofferenza della gente per i costi della politica e per una “casta politica” ingorda – si spinge oltre Collarile –, situazione aggravata dalla perdurante crisi economica e dalla mancanza di lavoro per tanti, e dall’altra la nota vicenda della doppia retribuzione del consigliere regionale Gerolin per due ruoli che necessitano particolare impegno di tempo e di energie, difficilmente gestibili se non con il dono dell’ubiquità (cioè trovarsi in più luoghi nello stesso momento come Sant’Antonio)».
Al sindaco poi Collarile chiede un giudizio sull’opportunità del doppio ruolo e un intervento per collocare Gerolin, che è ormai prossimo alla pensione, in aspettativa non retribuita.
Gerolin già nei giorni scorsi aveva chiarito che la vicenda del compenso è errata perché il reddito 2015 da consigliere regionale ammonterebbe a 89 mila euro (non 120 mila) e che il tema incompatibilità, sollevato puntualmente negli anni, non sussiste. Nel testo dell’interrogazione si fa riferimento anche al suo ruolo di vicepresidente di Keymec (centro di innovazione, ricerca e formazione per la meccanica), ma anche su questo il consigliere ha puntualizzato che «la società è stata messa in liquidazione».
L’interrogazione, più che a un risultato pratico, punta ovviamente a creare fastidi sia al consigliere regionale che al neo sindaco Di Bisceglie, uno dei pochi sindaci di centrosinistra soppravvissuti alla debacle elettorale dello scorso giugno. Il caso di San Vito al Tagliamento è stato del tutto singolare perché a mettere in difficoltà il Partito democratico è stata un’opposizione di centrosinistra: formata da una parte del Pd – che sarebbe vicina all’onorevole Giorgio Zanin – e dai Cittadini.
Tra le curiosità del caso non va dimenticato che Gerolin aveva il “doppio ruolo” anche quando era sindaco Gino Gregoris, oggi suo collega di maggioranza in consiglio regionale. I due però si sono divisi in campagna elettorale: Gerolin ha sostenuto Di Bisceglie, Gregoris invece Tiziano Centis, l’ex vicesindaco di Di Bisceglie divenuto temibile sfidante alla guida del municipio. I cittadini hanno scelto, ma la resa dei conti nel centrosinistra è appena iniziata.
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