Furti in aziende, dieci arresti Video - Foto

Una banda di romeni che facevano i pendolari tra l’Italia e il loro Paese ha messo a segno una quarantina di furti. Nell’operazione dei carabinieri di Sacile anche sette persone denunciate

PORDENONE. Decine di raid messi a segno nelle aziende del Triveneto e della Lombardia, aspiranti ladri arruolati in Romania tra gli incensurati, per evitare sospetti, la refurtiva inviata nell’Est Europa subito dopo i colpi e gli autori nella “base”, un campo nomadi di via San Dionigi, a Milano. I

carabinieri della Compagnia di Sacile, al termine di due anni di indagini, hanno arrestato per concorso in furto aggravato dieci romeni, sette i denunciati. Con l’operazione “Rom Ciot”, grazie anche alla collaborazione della polizia slovena, hanno sgominato una banda di pendolari alla quale viene attribuita una quarantina di colpi per centinaia di migliaia di euro di bottino, in gran parte recuperato.
Il “capo”, Constantin Chirac, alias Ciot, 27 anni, aveva il compito di arruolare giovani leve nel Paese d’origine, incensurati e quindi insospettabili in caso di controlli delle forze dell’ordine. I colpi, nel corso del biennio, sono stati messi a segno, di norma una decina ogni notte, nelle zone industriali di Porcia, Brugnera, Fontanafredda, Cornadella e Fiume Veneto in provincia di Pordenone, a San Stino di Livenza (Venezia) e Motta di Livenza (Treviso), ancora a Bergamo, Novara, Uboldo (Varese) e Stradella (Pavia).

L’indagine era partita a seguito di numerosi furti, la notte del 26 gennaio 2012, nelle zone artigianali e industriali di Brugnera e Porcia, con consistenti danni soprattutto alla Tiem impianti srl di Porcia, dalla quale erano stati rubati un Fiat Daily, un Fiat Ducato e molta attrezzatura e rame (cavi, fili, barre), per 80 mila euro di danno. Il Fiat Ducato era stato intercettato, il 31 gennaio, in arrivo da Milano, a Cimpello, verso Pordenone. I primi arrestati furono Dan Paul Samciuc, 23 anni, e Ion Mitran, trent’anni. Vennero immediatamente rimpiazzati dal “capo”.
Il 17 febbraio dello stesso anno era stata la volta dei raid nelle aziende di Cornadella di Sacile, Brugnera e Fontanafredda: tanto fu il danno che gli imprenditori rinunciarono a ripristinare, a causa della crisi, le coperture in rame degli stabilimenti. Ancora, a fine marzo, nella zona industriale di Porcia toccò a nove aziende: dalla Texile service srl dalla Texile international sparirono, ad esempio, un Ford Transit, una Bmw 530 e rame per 100 mila euro di valore.
Il gruppo, successivamente, orbitò in Veneto e Lombardia, e i fascicoli di indagine sono passati alle rispettive procure.
La sera dell’8 maggio, però, la banda era tornata in provincia di Pordenone e nella zona industriale di San Stino di Livenza (60 mila euro di bottino). Ormai sotto controllo, i carabinieri avevano messo in campo cinque autocivetta e tre gazzelle.

Nonostante un tentativo di fuga tra i campi, i malviventi vennero arrestati: il capo, Constantin Chiriac, Marius Ionel Troie, 31 anni, Ionut Chiriac, 28 anni, Daniel Silviu Scripcaru, 27 anni, e Costel Lungu, 34 anni. Ma a seguito dell’arresto del leader, dalla Romania era partito il fratello, Vasile Chiriac, 32 anni, pendolare del crimine e pronto per sostituire il congiunto. Durante un suo ingresso in Italia dalla Romania, è stato arrestato con due complici, Ion Brasoveanu, 23 anni, e Vasile Ciuta, 40 anni. Per ricettazione e furti in aziende, inoltre, sono stati denunciati a piede libero altri sette romeni.
Durante una delle trasferte a Nordest, i componenti della banda – che si muoveva su un furgone, di norma rubato, “scortato” davanti e dietro, a debita distanza, da auto condotte da complici per escludere la presenza di posti di blocco – erano rimasti coinvolti in un tamponamento sulla tangenziale di Mestre. Abbandonato il furgone rubato, erano fuggiti con una delle auto di “scorta”.
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