Furti in serie nelle aziende Operaio tradito dai fagiani

PRAVISDOMINI. Incastrato dai gadget che rubava nelle aziende. Un albanese di 34 anni, A.R. le iniziali, operaio regolare e padre di quattro figli, è stato denunciato dai carabinieri di Azzano Decimo, coordinati dal comandante Andrea De Trane, per furto e ricettazione. E’ lui, secondo gli uomini dell’Arma, l’autore della decina di colpi avvenuti tra agosto e la giornata di ieri notte, ai danni di aziende locali. Imprese per il 90 per cento senza sistema d’allarme.
I carabinieri sapevano – in base alle denunce – che il ladro rubava per lo più gli incassi dei distributori di bibite e snack, abbigliamento da lavoro e utensili di piccole dimensioni (trapani a mano, cacciaviti e simili). Così sono iniziati gli appostamenti e, l’altra notte, sono andati a segno. Intorno a mezzanotte e mezzo hanno visto un uomo camminare a piedi fuori da un’azienda e hanno capito. Quando l’hanno fermato, l’albanese era privo di documenti e aveva con sè due fagiani spiumati (probabilmente presi da un congelatore), 127 euro in monete e diverse penne con il marchio dell’azienda.
Sono state queste a fornire il primo indizio concreto ai carabinieri che hanno chiamato il titolare dell’impresa il cui logo era stampato sulle penne per fare un sopralluogo. E l’esito è stato positivo: il vetro dei distributori era stato sfondato e mancava l’incasso. A quel punto è scattata la perquisizione domiciliare dove gli uomini dell’Arma hanno trovato altra refurtiva: moltissimi capi di abbigliamento con i loghi delle aziende da cui sono stati sottratti e più di cento paia di guanti da lavoro. Materiale che, probabilmente, doveva poi essere venduto. Per l’uomo è scattata la denuncia con le accuse di furto e ricettazione. La sua difesa è stata affidata, d’ufficio, all’avvocato Alessandro Magaraci.
L’uomo, come detto, ha un lavoro regolare ma la sua situazione economica non sembra particolarmente rosea (questo spiegherebbe anche il furto della selvaggina). E’ sposato ha quattro figli e vive in una casa piuttosto fatiscente. Gli accertamenti dei carabinieri servono ora a capire la provenienza precisa del materiale ritrovato nella casa e la destinazione finale. Gli uomini dell’Arma sono convinti che, i vari colpi messi a segno nell’ultimo mese e mezzo, siano attribuibili alla stessa mano.
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