Fusione, approvato il referendum

Valvasone, San Martino e Arzene: i tre consigli comunali dicono sì al progetto. Plauso di Serracchiani, fondi da Panontin

VALVASONE. Dopo tre sedute dei consigli comunali in fila nella serata di venerdì e la “benedizione” del presidente della Regione Serracchiani, che per l’occasione ha inviato una lettera, il progetto di fusione che porterà al referendum confermativo sulla nascita del nuovo Comune di Valvasone Arzene San Martino è stato definitivamente approvato: ora la palla passa a Trieste, che dovrebbe convocare la consultazione a novembre, massimo dicembre.

Valvasone. La maratona della fusione è iniziata nel tardo pomeriggio nel paese che sarà capoluogo del futuro Comune. Qui la discussione è stata molto vivace, con l’opposizione che ha proposto un emendamento, poi non approvato, per far tornare il nome della nuova municipalità Valvasone e basta.

«D’altronde – ha dichiarato il capogruppo Maurizio Bellot – era stato il nome scelto nelle primarie. Ribadiamo che il nostro gruppo è favorevole al principio della fusione dei Comuni, ma altrettanto convinto che questo percorso non sia stato fatto in maniera limpida, senza un progetto chiaro e con una fretta sospetta».

Alla fine, il progetto è passato con i voti della maggioranza, mentre nella minoranza tre gli astenuti e un contrario (il consigliere Bortolussi).

«Al di là delle questioni su nome e capoluogo – ha replicato il sindaco Markus Maurmair –, sono orgoglioso del risultato raggiunto. Nell’arco di un mandato amministrativo riusciremo a far esprimere i cittadini dei tre Comuni in modo ufficiale sulla questione fusione. Negli ultimi 20 anni, alla fine non si è mai fatto o voluto fare nulla. I tre Comuni sono un esempio per l’intera regione».

San Martino. Colpo di scena, poco dopo, nel consiglio sanmartinese, dove il capogruppo dell’opposizione Gianni Scodellaro ha votato a favore del referendum e il resto del gruppo (quattro consiglieri) si è astenuto.

«Nessuna spaccatura – ha spiegato Scodellaro –: ognuno poteva votare secondo coscienza e, dal canto mio, penso che, a prescindere se si è favorevoli o meno alla fusione, sia giusto far decidere la gente tramite referendum», ha concluso. «Tutto molto bene – ha commentato il sindaco Gianpaolo D’Agnolo –, ora proseguiamo il cammino verso il referendum».

Arzene. L’ultimo sì, a serata inoltrata, è giunto da Arzene, dove davanti al consiglio è intervenuto anche l’assessore regionale alle Autonomie locali, Paolo Panontin. «Ci ha confermato – ha sottolineato il sindaco Lucia Maria Raffin – lo stanziamento di 200 mila euro a sostegno del progetto e della fase referendaria, oltre a lodarci per quanto fatto insieme come tre Comuni», ha annunciato.

«Inoltre – ha aggiunto Maurmair, che ha assistito anche agli altri due consigli – ha accennato anche ad altri contributi e ad una modifica delle legge sulle fusioni che potrebbe portare gli stessi cittadini a chiedere il referendum». Compatto il “no” dell’opposizione.

«Come le altre minoranze, abbiamo rilevato distorsioni in questo cammino – ha detto la capogruppo Barbara Bertoia –: il valore zero della commissione, vantaggi e costi dell’operazione rimasti sconosciuti, la questione dei fondi regionali. Quindi, non vediamo garanzie per il nostro paese».

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