Fusione con Anas e Cav: Autovie Venete cambia pelle

L’obiettivo è garantire la concessione attraverso una società tutta pubblica. L’ente statale finanzierà l’acquisto delle quote dei privati. L’ok del Governo

UDINE. Non accadrà quest’anno, ma la fusione tra Anas, Autovie Venete e Cav – Concessioni autostradli venete – è più di un’ipotesi, è la strada che farà cambiare pelle ad Autovie, obbligata a diventare completamente pubblica – società “in house” – per ottenere una nuova concessione a gestire l’A4, fino al 2038, senza passare dall’incognita di una gara europea e, anzi, ottenendo il via libera dell’Ue.

Il progetto è tratteggiato, anche se i vertici della Regione e della società non dicono una parola.

Come per Autobrennero, la concessionaria autostradale del Fvg ha siglato l’intesa con il Governo e deve trasformarsi in società “in house”. Per Autovie significa spostare la scadenza dal 2017 (dopodomani) al 2038 (quando la terza corsia sarà completata, è l'auspicio).

Il Governo – con il ministro Graziano Delrio – ha benedetto l’operazione, che per lo Stato significa introiti di 3,5 miliardi dall’Autobrennero e di 25 milioni l’anno da Autovie.

Le Regioni – Fvg e Veneto – hanno brindato. Il percorso però prevede una trasformazione che significa acquisire le quote dei privati, soprattutto banche e assicurazioni, che, per mestiere, non cedono per due spiccioli, soprattutto dopo aver considerato l’ingresso in Autovie come un investimento.

L’operazione ha un costo stimato tra i 100 e i 150 milioni – anche se da Autovie giurano di non averla ancora quantificata. A oggi si sa che le parti sono lontanissime, c’è una forbice troppo ampia tra ciò che chiedono le banche e quanto vuole dare Autovie.

E qui entra in gioco Anas, società che ha come socio unico è il ministero dell’Economia e che ha il 50 per cento di Cav (l’altra metà è della Regione Veneto). L’Anas – che ha concesso la gestione dell’A4 ad Autovie – è interessata a entrare nella società del Fvg, operazione che per la concessionaria autostradale rappresenta un salvagente.

Il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, ha avviato un piano di riorganizzazione aziendale e dunque entro l’anno, questa è la previsione, Anas farà parte di Autovie. Con il lasciapassare dei grandi azionisiti – che probabilmente otterranno più di quanto è disposta a dare Autovie.

I piccoli azionisti, invece, soprattutto singole persone, resistono e potrebbero essere loro a disseminare gli ostacoli più difficili da superare per Autovie.

Chiusa la partita con l’Anas, la fusione con Cav sembra un passo scontato. Autovie sta riorganizzando la sua struttura operativa, intesa come dipendenti che nel 2015 sono costati 49,3 milioni, in aumento di 1,4 milioni rispetto al 2014. E il nuovo assetto sta diventando realtà.

In Veneto, invece, il governatore Luca Zaia, dopo uno scontro tutto leghista, in Autovie ha sostituito Ivano Faoro (legato a Flavio Tosi) con Tiziano Bembo, da poco nominato braccio destro di Castagna in Autovie.

Curriculum importante quello di Bembo, soprattutto perché è stato presidente di Cav fino all’ottobre 2015. Non servono alchimie nè favorevoli congiunzioni astrali per mettere in fila i fatti e immaginare che Autovie e Cav si stanno preparando alle nozze.(a.bu.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:autovie venete

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto