Fvg in «rosso scuro», Fedriga: "Penalizzati dall'Ue perchè facciamo più tamponi: è un paradosso"

TRIESTE. “Per classificarci “rosso scuro” l’Europa ha scelto un parametro di incidenza bocciato dal nostro stesso ministero della Sanità, che finisce per penalizzare chi fa più tamponi”. Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ospite assieme al direttore del Messaggero Veneto e del Piccolo Omar Monestier della trasmissione “Ring” di Telequattro, commenta così la decisione europea di collocare il Fvg nell’area di maggior pericolo sulla mappa del contagio: “A preoccuparmi non è tanto che i cittadini debbano fare il tampone, questo ormai è la norma, ma il riflesso che può avere anche in prospettiva sull’immagine di regioni come la nostra, che sono mete turistiche di importanti paesi europei”.
Fedriga ha spiegato così il suo punto di vista sulla decisione dell’Ue: “Hanno scelto un parametro di incidenza, rapportato al numero di positivi su 100 mila abitanti. Si era valutato di impiegarlo anche in Italia, ma lo stesso ministro Speranza l’aveva bocciato perché finisce per penalizzare chi fa più tamponi e quindi trova più positivi. Paradossalmente se un domani facessimo meno tamponi, troveremmo meno positivi e quindi potremmo girare per il mondo. Ha poco senso, serve un parametro oggettivo, che tenga conto del tipo di monitoraggio che uno fa”.
Secondo il presidente regionale l’alto numero di verifiche condotte sul territorio ci pone inevitabilmente in svantaggio “rispetto ad altri Paesi europei dove una persona entrata in contatto con un positivo viene direttamente messa in quarantena, senza tampone, e dove quindi risulta una incidenza minore sebbene i positivi ci siano”.
La preoccupazione principale del presidente regionale non è tanto sulle limitazioni che il “rosso scuro” potrebbe comportare, quanto sui suoi effetti di lungo periodo: “Non è stata ancora presa una decisione sulle contromisure da applicare alle zone “rosso scuro” e mi auguro che nemmeno la prendano. Da quanto risulta, però, ci sarebbe l’obbligo di tampone con 48 ore di anticipo per i cittadini di quell’area che si recano in altri paesi europei. Non è tanto questo il problema, quanto l’immagine che viene data della regione: non penso ci meritiamo la nomea di area pericolosa, ed è una preoccupazione anche in prospettiva, per quando riapriremo. Abbiamo visto cos’è successo l’estate scorsa, quando alcune aree che non erano pericolose furono indicate come tali, e viceversa”. Conclude Fedriga: “E’ particolare che il Friuli Venezia Giulia venga così penalizzato. Particolare perché è una meta turistiche per importanti Paesi europei”.
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