Fvg Strade: dateci in gestione la rete Anas

Il presidente della Spa: la società ci ceda la tratta locale. Venti manager in lizza per il posto di direttore generale

UDINE. È talmente preso dal suo nuovo ruolo di capo di Fvg Strade che, quando gli capita di fare qualche gita – anche con la famiglia – in giro per la regione, verifica di persona lo stato della strada che percorre. «E’ vero - ammette l’avvocato Giorgio Damiani, presidente della società pubblica da maggio - faccio i sopralluoghi. E poi prendo appunti. Ci tengo alla sicurezza in modo particolare».

Presidente la fase del rodaggio è finita. Un primo mini bilancio?

«E’ stato un avvio impegnativo ma positivo. Ho utilizzato questo tempo per conoscere la società direttamente dal personale, tanto che ho un rapporto quotidiano con i quattro responsabili di settore. Ho avuto modo di individuare e focalizzare criticità e risorse».

Siete ancora senza direttore generale. Quando sarà nominato?

«Il bando di gara è stato fatto con assoluta trasparenza, entro lunedì (domani, ndr) avremo il quadro completo delle candidature, che per il momento sono una ventina. E’ una figura fondamentale nel nostro organigramma, per il coordinamento delle aree funzionali quali esercizio, nuove opere, risorse umane e patrimonio e finanze. Entro l’anno dovremmo aver individuato la persona adatta. Percepirà 135 mila euro l’anno, leggermente al di sotto del tetto massimo imposto dalla Regione e avrà un contratto a tempo determinato, di tre anni».

La rete regionale non è tutta in mano a Fvg Strade. Alcuni tratti sono ancora di competenza Anas e talvolta vi sono delle difficoltà di interazione.

«E’ vero. Basti pensare a chi pulisce le strade quando nevica, oppure a un appalto che riguarda la competenza di entrambe le società. Corriamo il rischio che noi arriviamo fino a un punto, poi toccherebbe all’Anas. Ma magari l’intervento, per esempio di pulizia neve, avviene in tempi diversi e così l’utente rischia di essere danneggiato. Noi adesso abbiamo circa 1.000 chilometri di strade, 700 di interesse regionale e 300 di statali ex Anas. Ma il gestore nazionale controlla ancora circa 200 chilometri di rete qui in Friuli Venezia Giulia, soprattutto i tratti che arrivano ai confini di Stato. A mio avviso, per una gestione migliore e unitaria, sarebbe opportuno che Anas ci cedesse anche quei 200 chilometri. Per il momento non c’è un tavolo su cui discutere di questi trasferimenti, ma la cosa prima o poi dovrà essere messa in agenda».

Con Autovie Venete e Regione invece c’è una certa sintonia...

«Abbiamo un accordo quadro, con Autovie, per quanto concerne le sinergie possibili, la formazione di commissioni di gara e le varie competenze. E stiamo lavorando assieme su un progetto importante, come la tangenziale Sud di Udine, con l’amministratore delegato Castagna c’è una collaborazione totale. L’impegno e l’intesa con l’amministrazione regionale invece è focalizzato sugli iter realizzativi, sulla necessità di sveltire le pratiche burocratiche, in particolare per gli appalti».

Fvg Strade è nata da appena 7 anni, ma presto potrebbe diventare un colosso, aumentando di parecchio la sua rete.

«C’è una sfida molto importante che ci attende nel 2016 e che stiamo studiando con gli assessori regionali Santoro e Panontin. Ed è quella dell’attività delle Province in tema di infrastrutture stradali. In ballo ci sono circa 2.200 chilometri di strade, noi gestiremo sicuramente una parte di questo patrimonio. Poi un’altra parte potrebbe essere affidata alle Uti. Ma come per Anas anche in questo caso ritengo che sarebbe meglio avere la competenza su tutti quei 2.200 chilometri. Un impegno gravoso, un assorbimento di altro personale, ma anche una gestione più fluida e organica, nell’interesse del cittadino. In 7 anni questa azienda ha prodotto investimenti su opere per 75 milioni di euro, altri 60 sono stati spesi per manutenzioni e servizi. Non mi pare poco».

Quali sono i cantieri più importanti di Fvg Strade?

«Stiamo intervenendo sulla criticità che si è verificata nella cosiddetta strada del Mobile, con due lotti per circa 12 milioni di euro. Poi abbiamo il ripristino della costiera di Trieste, che presenta due restringimenti. I lavori partiranno entro pochi mesi. E’ stata risolta la questione di Barcis, dove la carreggiata si allagava praticamente a ogni pioggia. Sulla Pontebbana c’è da sistemare la galleria di Peraria a Chiusaforte. Infine nel 2016, dopo la chiusura della stagione turistica, faremo il consolidamento del ponte girevole di Grado».

Poi c’è la variante di Dignano, che ha avuto forti contestazioni da parte di un Comitato di contrari.

«Lì siamo in fase di valutazione delle offerte, con 19 ditte e 22 milioni di euro complessivi di lavori. Sceglieremo l’impresa entro l’anno, poi sarà avviato il cantiere. E’ un progetto che ha una complessità tecnica rilevante, rappresentata dal fatto che ci sono 1,2 chilometri di nuova strada, una galleria di 500 metri, due rotatorie, tre sottopassi e un muro di sostegno di tipo berlinese».

E’ un fatto che aumentino i contenziosi per incidenti causati da attraversamenti di animali, caprioli e cinghiali soprattutto.

«Sì è cosi. In questo caso stiamo lavorando sulla segnaletica orizzontale e verticale. Se c’è qualche problema specifico la gente ce lo segnali pure. Nel mio incarico credo di averci messo entusiasmo e spirito di servizio, quindi siamo qui per cercare di risolvere le criticità. Altri tipi di contenziosi riguardano eventuali espropri per realizzare le strade, ma sono abbastanza fisiologici».

Ma lei che le “ispeziona” di persona, è soddisfatto dello stato generale delle strade friulane?

«La nostra rete è decisamente buona, anche rispetto ad Austria o Germania o di regioni italiane vicine. Poi tutto è migliorabile e puntiamo a farlo, tenendo d’occhio soprattutto la sicurezza».

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