Gaia, strappata alla vita a soli 16 anni

La studentessa era stata colpita da un tumore. Lascia i genitori e un fratello più piccolo. I funerali saranno celebrati domani

UDINE. Gaia se n’è andata per sempre mercoledì. Aveva solo 16 anni e la sua vita si è spenta in un letto del Cro di Aviano, istituto dei tumori dove era in cura da qualche tempo. Le sue condizioni di salute, già precarie, sono precipitate giovedì 28 marzo, il giovedì santo.

La Pasqua trascorsa in ospedale, i contatti con gli amici tramite Facebook, i genitori sempre vicini. Poi la fine, ingiusta, terribile, per una ragazza che si stava appena affacciando al mondo degli adulti, lei ancora adolescente, alta, capelli biondi sulle spalle, occhi chiari e un bel sorriso, che avrebbe voluto assolutamente vivere «perchè io sono giovane», come ripeteva spesso ai suoi cari.

La storia di Gaia Vuan, che con i suoi ha vissuto sempre a Udine, in via Volturno, prima di trasferirsi negli ultimi anni a Colloredo di Prato, è dura da raccontare. Perchè una malattia come quella che l’ha colpita, un tumore al polmone, è una mazzata. Un mondo che crolla addosso a una famiglia normale, come tante ce ne sono in giro, papà Rudi tecnico che lavora sulle navi nei cantieri di Monfalcone e Venezia e mamma Rita impiegata delle Latterie friulane e un fratellino più piccolo. Ma questa madre, pur distrutta dal dolore, vuole raccontare al mondo il percorso della sua Gaia «perchè ha dato a tutti noi una forza straordinaria, un esempio bellissimo».

La ragazza si sente male nell’estate del 2011, ha appena 14 anni. Ha dolori a una costola, fa i raggi, ma tutto si risolve. Dopo alcune sedute di fisioterapia per la postura della schiena, Gaia sta di nuovo benissimo, il fastidio è dimenticato. Fa le vacanze, va a scuola, si prende cura dell’amatissimo fratello. Trascorre quasi un anno senza che i sintomi si facciano di nuovo sentire. A fine giugno del 2012, la studentessa ha di nuovo dolori al costato, fa fatica a respirare quando va in bici.

Scatta il campanello d’allarme, esami e radiografie in ospedale a Udine, la diagnosi: c’è un tumore al polmone, bisogna operare d’urgenza. I medici parlano chiaro ai genitori, c’è la possibilità che Gaia possa non superare quell’intervento, molto delicato e difficile e che comunque il recupero avrebbe richiesto mesi e mesi di terapia intensiva. «E’ stata 9 ore sotto i ferri - ricorda mamma Rita - ma lei quando si è svegliata mi ha detto che le era apparso Gesù, che lo aveva “visto” e che aveva capito quanto preziosa fosse la vita. Da allora la sua fede si è molto rafforzata».

La giovane si riprende prima del previsto, anche i dottori sono stupiti dei rapidi progressi, tanto che dopo una settimana la rimandano a casa. Non si sottopone alla chemioterapia perchè sembra essersi ristabilita del tutto, come confermano le analisi successive. Va a nuotare, fa le vacanze, si iscrive al primo anno dell’istituto alberghiero Stringher. «Il suo sogno - aggiunge ancora la signora Rita - era quello di lavorare nei grandi alberghi a cinque stelle, magari in giro per il mondo. Era una strada che ha intrapreso una nostra parente, mia figlia ne era affascinata».

Continua a non avere alcun sintomo, Gaia, tanto che a novembre riceve il sacramento della Cresima, assieme ai coetanei di Colloredo, in una messa celebrata dall’arcivescovo emerito, monsignor Brollo. E a scuola, in un tema in classe dove la traccia è quella di descrivere l’avvenimento più bello dell’estate, racconta proprio la sua operazione, quei giorni di luglio in cui la sua esistenza è stata appesa a un filo, ma nei quali ha scoperto quanto valga la pena vivere ogni istante.

«Noi le avevamo spiegato che aveva avuto “solo” una pleurite e per questo era stata operata - affermano ancora papà e mamma - ma lei non ci aveva creduto. Un giorno ci ha quasi costretti a dirle la verità, noi di fronte a lei, e così è stato. In questo tempo di dolore, di sofferenze, il nostro rapporto era cresciuto, era diventato molto solido». A dicembre un altro colpo basso del destino. Gli esami specialisti, la Tac, evidenziano che la malattia si è ripresentata, aggressiva. Allora la famiglia Vuan si affida al Cro di Aviano, dove i medici mettono a punto una cura mirata per Gaia. Il tempo passa tra alti e bassi, fino all’epilogo di questi giorni.

«Mia figlia ha dato a tutti quanti una lezione bellissima - dice ancora la madre -, ha avuto una grande forza e determinazione, so che lei vivrà ancora, in tutti noi. Non era frivola, per lei non esistevano le discoteche, non aveva avuto ancora un morosetto, si dedicava sempre a suo fratello, che adorava. Era semplice, genuina, al massimo andava a fare un giretto con le amiche nel centro commerciale, non aveva proprio grilli per la testa». I genitori, in questi momenti terribili, quando amici e parenti fanno quasi la processione in casa per le condoglianze, trovano ancora un po’ di voce per un ringraziamento.

«I camici bianchi, medici e personale infermieristico, del Cro di Aviano ci hanno dato un grande aiuto - spiegano Rudi e Rita - per la loro professionalità, la loro umanità e l’assistenza. In particolare vorremmo ricordare i dottori Mascarin e Gigante e la dottoressa Lestuzzi. E ancora il primario della Chirurgia toracica dell’ospedale di Udine, dottor Morelli e le dottoresse Zanier e Bergnach».

I funerali di Gaia Vuan, strappata a tutti quelli che le hanno voluto bene a 16 anni da un male terribile, saranno celebrati domani pomeriggio, alle 15, nella parrocchiale di Colloredo di Prato. Ieri sera, nella stessa chiesa, è stato celebrato il rosario.

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