Gemona, oggi solo tre latterie (erano 14), ma di qualità elevata

GEMONA. Un settore caseario che regge, con un prodotto locale di qualità e la volontà di investire. Nel capoluogo pedemontano, che questo fine settimana si prepara alla 14ª edizione di “Gemona... formaggio e dintorni”, oggi si lavorano circa 50 quintali di latte al giorno nelle tre realtà rimaste di Gemona Latterie a Godo, Latteria di Moseanda e Turnaria di Campolessi. Soltanto tre latterie, dunque: poche per chi guarda alle 14 un tempo presenti nella cittadina, ma forse in linea con l’attuale richiesta di qualità e specializzazione per tre strutture su cui si è investito rimettendo a nuovo e oggi si condivide la necessità di più latte prodotto a livello locale.
A Godo, dove alcuni anni fa è scomparsa la storica turnaria, l’imprenditore Giandomenico Padoin in febbraio ha inaugurato Gemona Latterie: «In questi primi mesi - ci ha raccontato - la risposta è stata buona soprattutto per i prodotti su cui abbiamo più puntato come stracchino, provola, ricotta e le nostre proposte come la caciotta “Godo” oppure il non pressato “San Valentino”: attualmente, lavoriamo 100 quintali di latte a settimana, ma puntiamo ad arrivare a 150. La risposta locale è buona e, inoltre, riusciamo a distribuire i nostri prodotti anche in diversi punti vendita della provincia».
In via Moseanda, l’omonima latteria è stata avviata e ristrutturata all’inizio del nuovo millennio. Oggi, si continua a investire e, oltre a portare prossimamente i propri capi nella stalla di Trasaghis dove la direzione della latteria ha recentemente vinto il bando emesso dal Comune, si realizzeranno presto lavori di ingrandimento dello spaccio nell’attuale struttura: «Noi seguiamo tutto il processo - spiega il titolare Dario Cucchiaro -, dall’allevamento dei capi alla realizzazione del prodotto caseario e ora la stalla di Trasaghis ci permetterà di avere più ettari vicini, e dunque di aumentare la produzione di latte curando allo stesso tempo i cereali e i foraggi che alimentano gli animali, mantenendo così la qualità che ci ha permesso di fidelizzare i nostri clienti».
Quella di Campolessi, invece, è l’ultima turnaria rimasta con una ventina di soci conferitori e 20 quintali al giorno di latte. Negli ultimi mesi ha potuto contare sul riconoscimento del presidio Slow Food: «Nel 2011 - spiega il presidente Sereno Milisso -, di fronte a un bivio, abbiamo deciso di investire scegliendo il percorso del prodotto di qualità collegato alle tradizioni locali e a un ferreo protocollo che ne certifica il prodotto e che ci ha permesso di distribuirlo anche fuori regione. L’obiettivo è di giungere a 25 quintali al giorno, aumentando il numero di soci».
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