Generazione perduta, Fabio: "Inoccupato cronico, dipendo ancora da mia madre"

Fabio ha trent'anni e non riesce a trovare lavoro. Dopo anni di studio, tra laurea, master e corsi di formazione, continua a inviare il curriculum alle aziende. Da loro nessuna risposta

Sono Fabio, ovviamente il mio è un nome di fantasia, sono un trentenne, uno della generazione perduta.

Laurea magistrale conseguita nei termini e a pieni voti, master post-lauream, ottima conoscenza di sei lingue e… sono costretto ancora a dipendere economicamente da mia madre. Anch’io, come Michele, ho avvertito spesso quel senso di emarginazione che si prova a interagire in un contesto sociale in cui la propria cultura, i propri ideali, i propri valori sembrano obsoleti e inutili.

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Anch’io, come lui, ho provato la frustrazione che deriva dal contrasto ossimorico fra le speranze maturate durante il percorso formativo e la realtà cruda che caratterizza il mondo del lavoro.

Anch’io, come lui, sono uscito deluso dall’ennesimo colloquio di lavoro condotto da personale forse non molto competente, di certo scarsamente motivato, basato su formule standardizzate e ripetitive, concluso con il solito: “Le faremo sapere”.

Anch’io, come lui, ho sentito, più e più volte, l’impulso di andarmene, di liberare il mondo, che non sa che cosa farsene di me, della mia presenza. Ho sperato, a suo tempo, che il tanto decantato piano “Garanzia Giovani” mi offrisse la possibilità di maturare quell’esperienza che le aziende esigono, ma sono sprofondato in un caos confuso e contraddittorio: problematico reperire la fascia più idonea alla mia formazione, impossibile inserirmi in un percorso linguistico a livello C1 in Italia o all’estero, nonostante il risultato positivo del test linguistico somministratomi, del tutto impensabile provvedere ad un aggiornamento del piano individuale a causa dell’esaurimento dei fondi.

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ATTESA, ATTESA E ANCORA ATTESA

La conclusione, dopo il tempo e il denaro sprecati, è che sto ancora attendendo, sono oramai tre anni, quella convocazione che certamente non arriverà più. Ho inviato migliaia di curriculum, debitamente corredati da lettere di presentazione, a migliaia di imprese, aziende, ditte, senza ricevere riscontro alcuno.

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Ho risposto a migliaia di offerte di lavoro proposte dalle varie agenzie di somministrazione pubbliche e private e mi sono visto scartare non per mancanza dei requisiti, ma perché la mia residenza non coincideva con la sede dell’azienda. Ho cercato di rendermi più appetibile potenziando la mia formazione: ho seguito numerosi corsi, sono stato selezionato per altri, ho seguito un percorso formativo all’estero.

Ora, quando ho l’ardire di presentarmi alle agenzie di somministrazione del lavoro pubbliche o private, spesso mi sento dire che i troppi titoli acquisiti sono difficilmente spendibili in Italia, meglio tentare all’estero.

In conclusione: o emigrare o rassegnarsi allo status di inoccupato… cronico.

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