Genitori contro la privatizzazione del nido
Fa ancora discutere la decisione dell’amministrazione comunale di affidare la gestione del nido d’infanzia “Dire fare giocare” a privati. Dopo la lettera inviata al sindaco dai rappresentanti dei genitori dell’asilo “Fantasia dei bimbi”, hanno scritto a Furio Honsell anche i portavoce del nido “Sacheburache”.
«Siamo i genitori dei bambini iscritti al nido comunale “Sacheburache” di via Baldasseria Media – scrivono le rappresentanti Sabra Bordini, Laura Ferenc e Luana Zuccolo – e vorremmo unirci al coro di protesta dei genitori dei bambini che frequentano il nido comunale “Dire fare giocare” e che dal prossimo anno scolastico sarà esternalizzato. Le chiediamo di prestare attenzione ad alcuni punti fondamentali che ci hanno portato a suo tempo a scegliere il servizio educativo comunale piuttosto che un asilo nido privato». I genitori sottolineano la «qualità educativa» garantita dagli educatori presenti nei nidi comunali, una «professionalità dettata – si legge nella lettera – anche dai continui corsi di aggiornamento che proprio il settore pubblico, giustamente, impone per avere una qualità migliore rispetto a molte strutture private dove le educatrici, la maggior parte delle volte alla prima esperienza lavorativa, sono sottopagate e costrette a orari di lavoro estenuanti, fattori che alla lunga le portano a cambiare occupazione». I genitori fanno riferimento anche alla «continuità educativa», importante dal momento che le educatrici «diventano dei punti di riferimento per i bimbi. Il continuo turnover a cui si assiste destabilizza fortemente i bambini e gli stessi genitori». Infine, nella lettera si sottolinea «l’attenzione alla famiglia: gli orari forniti dai nidi comunali permettono ai genitori di poter dedicare parte del tempo rimanente della giornata ai propri figli. Un servizio aperto dall’alba al tramonto, festività incluse, svilisce il senso fondamentale della famiglia». I genitori temono che «la scelta di esternalizzare il servizio del nido “Dire fare giocare” (come al “Cocolâr”) si allarghi nel tempo alle altre due strutture comunali rimaste». I genitori si sono detti «disponibili a un incontro» per approfondire «la situazione di disagio che stiamo vivendo».
Va detto, però, che il nido “Cocolâr”, pur affidato a una cooperativa, mantiene le caratteristiche di quelli comunali e presenta una maggiore flessibilità di orario (l’ultima uscita è alle 17.30), opportunità utile a molti genitori che lavorano.
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