«Gentile signor Mandi»: la gaffe della Rai in risposta a un abbonato
Dovrebbe essere la parola friulana più conosciuta al mondo, ma c’è un caso che dimostra il contrario. La formula di commiato “mandi” è stata, infatti, scambiata dalla Rai per un cognome. La segnalazione arriva da Bruno Corva, un anziano di Cavasso Nuovo, cui nei giorni scorsi è arrivata una mail dalla società indirizzata al «gentile signor Mandi». Una mail di risposta alla comunicazione che Corva aveva inoltrato per denunciare i disservizi nella ricezione del segnale tv e annunciare l’intenzione di non pagare più il canone. In chiusura del messaggio, il cavassino, dopo avere utilizzato una delle consuete formule di commiato, ossia “cordiali saluti”, aveva aggiunto un “mandi”, seguito dalla firma.
Il dipendente del servizio gestione abbonamenti Rai, non conoscendo il tradizionale saluto friulano, è incappato nell’errore. «Gentile signor Mandi, in riferimento alla sua comunicazione del 23 dicembre, le comunichiamo che i problemi lamentati sono stati posti all’attenzione delle strutture competenti affinché, se dipendenti da Rai, possano essere al più presto risolti – si legge nel messaggio di posta elettronica –. Si precisa che il passaggio al sistema digitale è stato disposto dal ministero delle Comunicazioni in linea con quanto deciso in tutta Europa. Si ricorda, comunque, che l’obbligo del pagamento del canone tv discende dalla semplice detenzione di un apparecchio televisivo, indipendentemente dalla maggiore o minore estensione del servizio e dalla qualità o quantità del relativo utilizzo».
Corva ha preso l’errore con simpatia, caratteristica che lo contraddistingue, e inviato una nuova mail alla Rai, non tanto per rimarcare lo sbaglio, quanto «perché è giusto che si sappia che “mandi” è un saluto friulano e non un cognome. Ho scritto all’ufficio abbonamenti – ha fatto sapere Corva – per spiegare che “mandi” significa letteralmente “ti metto nelle mani del Signore” (questa non è l'unica interpretazione, ndr). Il mio intento non era di evidenziare la lacuna, ma di fare conoscere anche fuori regione il significato di un saluto tipico della nostra terra, che dovrebbe essere conosciuto in tutto il mondo». Dovrebbe, appunto. Questo tenuto conto anche dei fondi che la Regione stanzia a favore della Rai, nell’ambito di un accordo tra Stato e società, per promuovere e sostenere le minoranze linguistiche storiche, attraverso programmazioni radiofoniche o televisive.
Vero è che l’errore non è stato commesso durante una diretta tv o radio, ma fa comunque sorridere che alla luce di una simile intesa, finanziata tra l’altro con soldi pubblici, un dipendente Rai non conosca il significato di “mandi”. Questo almeno sino a qualche giorno fa. Può darsi che la mail di chiarimento di Corva sia stata utile.
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