Gioco-mania, via libera alla sala di Torre

Pordenone, autorizzata l’apertura dell’Admiral club di via Galilei. Inutili le 500 firme raccolte tra la gente. Zanolin: scelta deludente

PORDENONE. Non sono state sufficienti le 500 firme raccolte tra la popolazione per ostacolare l’apertura, ormai prossima, di una nuova sala giochi in città. Il mini-casinò è quello di via Galilei al centro di una serrata protesta da parte dei residenti in zona ma anche della circoscrizione di Torre che, con il presidente, Andrea Finardi, aveva chiesto all’amministrazione comunale di stoppare l’apertura.

Lo stesso municipio, attraverso l’assessore al Commercio, Bruno Zille, aveva sensibilizzato la questura sull’inopportunità dell’apertura in un luogo, tra l’altro, vicino all’istituto scolastico Flora. Vicino ma non abbastanza secondo l’ultima versione della norma che disciplina le sale giochi: il decreto Balduzzi, infatti, stabilisce un generico riferimento al compito dei Monopoli di valutare le prossimità con scuole, università e ospedali senza dare un limite preciso.

Il questore, Sergio Cianchi, ha autorizzato la società Adria Gaming Vicenza con sede a Castelgombergo, che fa parte del gruppo italo-austriaco Novomatic, ad aprire nel complesso di via Galilei. Il colosso dei giochi conta, con il marchio Admiral clubs, 23 sale in Veneto, 11 in Trentino, 10 in Lombardia, 4 in Piemonte, 3 in Emilia Romagna e altrettanti in Liguria. Quello pordenonese è il primo in Friuli Venezia Giulia.

I lavori di allestimento sono alle battute conclusive, con l’apposizione dell’insegna, visibile dalla Pontebbana, e gli arredi interni che prevedono una copia di una Venere classica all’ingresso, slot machines in stile viennese, videolottery e altre apparecchiature, oltre a un bar per i visitatori.

Un’apertura che non esaurisce, però, le proteste, tanto che i residenti minacciano presidi davanti al locale una volta che sarà aperto. «E’ deludente - afferma il leader della lista civica il Ponte, Gianni Zanolin - l’atteggiamento del questore che concede l’apertura a fronte di un grave disagio sociale per l’aumento del numero dei giocatori e delle ludopatie».

Zanolin si chiede come mai il sindaco, Claudio Pedrotti, non abbia deciso «di aprire un tavolo di trattativa con il questore per verificare se c’erano delle possibilità di intervento per evitare l’ingresso di questa nuova sala giochi nel mercato cittadino».

Sta di fatto che le cose sono andate in questo modo, complice la normativa nazionale, che non ha confermato i limiti di distanza né a 500, né a 200 metri come ipotizzato in passato, più interessata, evidentemente, a consolidare il gettito fiscale che deriva da queste attrazioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto