Gioielliere e commessa fermano i ladri

CAMPOFOPRMIDO. Un tentativo di rapina alla gioielleria Urbano, ma il titolare e la commessa reagiscono con sangue freddo permettendo l’arresto dei due malviventi, già noti per simili precedenti.
Dopo l’episodio di Mortegliano in cui un imprenditore vedendo i ladri in cortile non ha esitato a sparare in aria, è la seconda volta in pochi giorni che, nonostante le potenti prevedibili scariche di adrenalina, non ci si lascia intimorire e si reagisce. È anche la misura di quanto non sia più tollerabile lo stillicidio di atti criminosi ormai quotidiani.
Ma ecco i fatti. Sono le 12.20 nell’oreficeria di piazza del Trattato e il titolare, Christian Urbano di 37 anni residente a Mortegliano, esce per una consegna con l’intenzione di rientrare per la chiusura. Nel negozio entra allora una coppia, chiedendo di visionare dei monili. La commessa, una trentasettenne udinese, capisce quasi immediatamente le intenzioni dei due, tipologia dell’estremo est e abiti sportivi, che si esprimono un po’ in spagnolo, ma anche in inglese e in italiano, chiedendo di vedere più oggetti.
«Per prassi – spiegherà più tardi il proprietario – lasciamo sul banco non più di 5 gioielli alla volta: alla mia collaboratrice non è sfuggito che, mentre la ragazza cercava di distrarla, il giovanotto ne aveva fatti sparire 3. Ma ha continuato a fingere di servirli, contando sul mio rientro».
Un copione che, come ha spiegato successivamente il comandante della stazione carabinieri di Campoformido, maresciallo capo Giovanni Sergi, i due hanno già sperimentato nel Veronese: dicono di non avere abbastanza soldi per pagare e chiedono di andare al bancomat.
Nel frattempo il titolare rientra e la commessa avverte di non aprire, perché mancano dei pezzi. I due tentano di tergiversare e negano con decisione ogni responsabilità ma, vista la determinazione con cui Urbano dà di piglio al telefono per chiamare il 112, l’uomo fa scivolare per terra uno dei bracciali sottratti, come a incolpare la disattenzione dei negozianti. Ma due pattuglie sono già sulla porta e gli stranieri vengono arrestati e perquisiti: addosso hanno merce per 800 euro, subito restituita al negozio.
«Un plauso – dice il gioielliere sollevato – al comandante Sergi e collaboratori per l’immediatezza dell’intervento e la professionalità». I ladri, rivelatisi di origine romena, 27 anni lui e 20 lei, sono stati associati rispettivamente al carcere di Udine e di Trieste, in attesa del processo per direttissima. La gioielleria Urbano, di cui è contitolare il padre di Christian, Fiorangelo, era stata visitata nottetempo dai ladri nel ’96 e nell’81 fatta segno di 2 rapine, di cui una a mano armata.
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