Giorgia Tripoli, l’anti-sistema rimasta fuori dal Consiglio regionale per 90 voti: pronta la richiesta di riconteggio
La candidata di Insieme liberi attende la commissione elettorale: «Ci sono schede contestate e annullate che indicavano noi»
UDINE. Fedriga a parte, è stata lei la sorpresa in positivo della tornata elettorale per la Regione. Giorgia Tripoli, 40 anni, friulana, avvocato, madre di due figli, espressione degli anti-sistema e quindi non solo dei no vax, con la sua lista Insieme liberi ha sfiorato dello 0,02 per cento l’ingresso in consiglio regionale. Qualcosa come 90 voti.
E allora? E allora la stessa candidata presidente – che essendo arrivata terza dietro a Fedriga e Moretuzzo è esclusa dall’aula – chiederà il riconteggio dei voti per capire se quelle 90 preferenze che mancano alla sua lista per arrivare allo sbarramento del 4 per cento si possono riguadagnare, per far entrare in Aula almeno un consigliere regionale.
«A noi è stato detto che ci sono 90 voti – spiega la candidata Tripoli –. Intanto ci siamo informati: ci sono 95 schede contestate da controllare e 8 mila annullate. L’ufficio elettorale della Regione ci ha detto di aspettare giovedì che arrivano tutti i verbali dai seggi. Poi decideremo se fare il ricorso al Tar».
Tripoli si riferisce a schede che sono state annullate dai presidenti di seggio perché le persone hanno messo la X sul simbolo, scrivendo il cognome di un candidato non presente in quella circoscrizione o addirittura il suo nome. «Questo – ha spiegato – non andrebbe fatto. Andrebbe annullata la preferenza e dato il voto alla lista».
Poi la critica alla legge regionale: «I voti presi come presidente non contano nulla, e io ne ho presi parecchi e penso che questo meccanismo vada fortemente modificato perché non ha molto senso, politicamente parlando. Avremmo probabilmente dovuto battere di più sul voto disgiunto perché è abbastanza chiaro che non porta da nessuna parte».
Rispondendo alle domande nella sala stampa allestita lunedì in Regione, Giorgia Tripoli aveva poi detto di essere «sono onorata, ovviamente non avrò la possibilità di fare qualcosa entrando fisicamente in Consiglio ma sicuramente il progetto di Insieme Liberi andrà avanti e mi vedrà fortemente coinvolta. Probabilmente hanno pagato sia il lavoro che ho fatto in questi anni come avvocato che il fatto che io sia riuscita, con la mia persona, a mettere insieme tante realtà, alcune più estreme e altre più moderate».
Alle critiche verso la lista Tripoli ha risposto sottolineando che «siamo il partito del buon senso, non contro il sistema ma a favore dei cittadini».
La candidata ha anche evidenziato, «in risposta alle dichiarazioni di Debora Serracchiani, che si è detta preoccupata che la realtà no vax possa avere un posto nel Consiglio regionale che ritiene riduttivo, oltre che una mancanza di rispetto nei confronti di un grandissimo numero di cittadini, che non si possono semplicemente etichettare come no vax, ma che sono persone che hanno idee e che non hanno accettato di vedersi negate le proprie libertà costituzionali nel giro di una notte, con uno schiocco di dita. La scelta vaccinale è solo la punta di un iceberg – ha proseguito Tripoli – e credo che chi vuole fare veramente politica e ama la propria terra e i propri cittadini debba avere il coraggio di non guardare solo la punta dell’iceberg». —
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