Giorno della Memoria, polemica a Pordenone: «L’Occidente con Israele fa due pesi e due misure»

Le parole di Elio Cabib, presidente comunità ebraica Fvg, che attacca anche il Papa. A Udine il sindaco De Toni: “I ragazzi abbiano cura della libertà”. Tutti gli appuntamenti per ricordare l’abbattimento dei cancelli del lager di Auschwitz 

Un momento della cerimonia a Pordenone
Un momento della cerimonia a Pordenone

Il Friuli ricorda la tragedia della Shoah con un ricco programma di appuntamenti in vari luoghi simbolo delle province di Udine e Pordenone. Nella giornata odierna si celebrano due ricorrenze: quella degli 80 anni dall’abbattimento dei cancelli del lager di Auschwitz il 27 gennaio 1945 e dei 25 anni dall’istituzione in Italia del Giorno della Memoria.

  • Serracchiani (Pd): "Anche in Italia il negazionismo ha trovato uno spazio politico"

    "Importante essere qui, perché anche a Trieste, anche in Italia, ormai il negazionismo ha trovato una sorta di colorazione e uno spazio politico e noi vogliamo impedire che questo presente diventi il nostro futuro", ha detto la deputata del Partito democratico Derbora Serracchiani, presente alla commemorazione per La Giornata della Memoria presso la Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia.
    "Il Partito democratico - ha aggiunto - coltiva il dovere morale e civile di ricordare le vittime della Shoah ed evitare il ritorno di ogni discriminazione in Italia: su questo fronte occorre lavorare di più per unire la società e anche la politica. Con questa consapevolezza siamo nella Risiera di San Sabba, un drammatico luogo di morte e della memoria". 

  • Fasiolo (Pd): potente veicolo educativo per i ragazzi

    "Nella scuola attualizziamo la memoria e l'orrore delle vittime ogni giorno. Vigiliamo sui simboli, che vengono accettati con troppa indulgenza, vigiliamo sui segnali inquietanti che si richiamano alla violenza, da qualsiasi parte provengano. Mai dimenticare e richiamare ogni giorno, soprattutto nella scuola, questa giornata, attualizzando il passato negli orrori del presente". Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd), in occasione del Giorno della Memoria. "Mai dimenticare che la memoria è un potente veicolo educativo e va trasmessa ai giovani attraverso documenti e testimonianze su quanti e quali orrori siano stati perpetrati a cittadini incolpevoli, a bambini, adolescenti, anziani, a disabili, omosessuali, per il fatto di professare una religione diversa, di parlare un'altra lingua, di avere una disabilità, una diversità, un cognome sospetto", conclude la consigliera del Pd.

  • Capozzi (M5s): "Ripudio alla violenza sia concreto"

    "Dobbiamo pensare, ragionare e comportarci come se non fossero già trascorsi 80 anni da quella giornata campale. Dobbiamo, infatti, continuare a ricordare, a soffrire e a imparare, giorno dopo giorno e ora dopo ora, come se fosse ancora il 27 gennaio del 1945, affinché il Giorno della Memoria significhi realmente 'mai più', ma voglia dire anche che tutti, ma proprio tutti, abbiano compreso realmente il significato di simili disumane brutalità". Lo rimarca, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle) che, partendo proprio dalla data scelta dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell'Olocausto attraverso l'anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine della Shoah, chiede che "questa giornata, insieme a tutte quelle che si ripeteranno nell'arco di una settimana doverosamente dedicata alle vittime di un'atroce persecuzione, si riveli per tutti un concreto motivo di riflessione". "Quando, il 27 gennaio del 1945, le truppe dell'armata avevano fatto il loro ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz - aggiunge l'esponente pentastellata -, avevano in qualche modo arrecato un durissimo colpo alla cultura dello sterminio di quell'epoca e alle persecuzioni legate a inaccettabili e immorali motivazioni etniche, sessuali, religiose, politiche e militari".

  • Honsell: "A Pordenone il ricordo oscurato da discorsi di guerra"

    "È con profonda tristezza che siamo costretti a prendere categoricamente le distanze da quanto è avvenuto questa mattina a Pordenone durante l'importante cerimonia per commemorare la Giornata della Memoria. Avevamo partecipato per ribadire l'impegno contro ogni odio razziale, contro ogni genocidio e violenza contro cittadini innocenti. Abbiamo invece dovuto ascoltare, oltre a interventi significativi, anche una interminabile apologia dell'azione militare dell'esercito israeliano IDF dopo il 7 ottobre 2023. Non una parola di umanità è stata pronunciata da quell'oratore nei confronti delle decine di migliaia di cittadini innocenti di Gaza, del Libano e della Cisgiordania uccisi in seguito a questa azione. Il numero esatto di tali vittime è sconosciuto in quanto non è stato permesso ai giornalisti l'accesso a quei luoghi. Tutto ciò invece è stato giustificato ed esaltato insieme a pesanti accuse all'ONU, la Croce Rossa e il Papa. Invece di ritrovarci uniti nel rispetto della memoria delle atrocità del nazismo contro cittadini di religione ebraica, Roma, omosessuali e dissidenti, commesse anche con l’appoggio dei governi fascisti che glielo permisero, siamo costretti invece a condannare l'apologia della violenza militare che abbiamo dovuto ascoltare." Così si è espresso Furio Honsell, Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG per la circoscrizione di Pordenone.

  • Le cerimonie a Pordenone tra le polemiche

    Pordenone ha ricordato le vittime dei campi di sterminio nazisti in occasione della Giornata della Memoria. Ha sorpreso in negativo la poca partecipazione delle  amministrazioni comunali. Alla deposizione della corona al monumento del deportato, in piazza Maestri del lavoro, e della corona alla targa commemorativa nella sede dell’ex Provincia, in corso Garibaldi, erano presenti solo l’assessore comunale di Pordenone Mattia Tirelli, accompagnato da una collega di Porcia, e il sindaco di Zoppola Antonello Tius. Non è mancata, invece, la partecipazione da parte della scuole. Il rappresentante della comunità ebraica del Fvg Elio Cabib, nel corso del suo intervento, ha criticato le parole pronunciate un mese fa da Papa Francesco, «quando - ha ricordato - aveva cambiato l’identità di Gesù da ebreo a palestinese».​​​​​​

    Un momento della cerimonia a Pordenone
    Un momento della cerimonia a Pordenone

    Ha fatto poi discutere, nel cortile dell’ex Provincia la deposizione della corona ai piedi della lapide della comunità istriana anzichè ai piedi di quella in memoria ai deportati nei campi di sterminio. Poco dopo, appurato l’errore, la corona è stata posizionata correttamente. Terminate le due deposizioni il corteo si è spostato all’auditorium Concordia, dove il prefetto Michele Lastella ha consegnato le medaglie d’onore ai familiari dei deportati pordenonesi, di cui cinque originari di Aviano. La giornata si è conclusa con uno spettacolo teatrale, centrato sulla storia di un allenatore ungherese catturato e deportato ad Auschwitz. Alle diverse cerimonie non sono mancati i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche e d’arma, oltre ad Anpi e Aned.

  • Pordenone, il presidente della comunità ebraica: "Condanno l'Onu e le ong per quello che succede in Israele"

    "Io accuso questo occidente in piena crisi valoriale, l'Onu e le sue emanazioni, la Croce Rossa internazionale e le Ong cosiddette umanitarie, di isolare e discriminare lo Stato di Israele nel consenso delle Nazioni, di applicare costantemente due pesi e due misure, facendolo diventare l'ebreo tra gli Stati". Non usa mezzi termini Elio Cabib, presidente della comunità ebraica di Trieste che durante le celebrazioni del 27 gennaio a Pordenone ha deciso di lanciare una pesante accusa nei confronti delle organizzazioni umanitarie (e anche del Papa): "Israele ha sempre combattuto contro il nazismo e lo sta combattendo.È impegnato oggi a salvare 10 milioni di cittadini e sta vincendo Israele lo scudo difensivo del popolo ebraico, ovunque nel mondo. Come diceva la grande Golda Meir, il mondo ci condanna perché ci difendiamo, ma preferiamo le condanne alle condoglianze". Ha poi concluso il suo intervento: "In prima linea nella difesa della nostra civiltà giudaico cristiana, nel difendere i valori della democrazia e della libertà che abbiamo ereditato col sangue dei nostri nonni e dei nostri genitori, come scrisse Ugo La Malfa all'indomani della guerra dei sei giorni, la libertà dell'Occidente si difende sotto le mura di Gerusalemme".

    Pordenone, l'accusa di Cabib: "Con Israele ora l'occidente usa due pesi e due misure"
  • Giorno Memoria: Fedriga, grave umiliare ancora oggi vittime della Shoah

    "È grave che ancora oggi nel nostro territorio vengano organizzate manifestazioni nel corso delle quali viene umiliata la memoria di persone perseguitate, uccise, deportate nei campi di concentramento. La presenza delle istituzioni in Risiera per il Giorno della Memoria è in questo momento ancora più importante proprio per ribadire che la storia, in particolare quella vissuta in modo drammatico dal popolo ebraico, non deve mai essere piegata alle logiche opportunistiche legate all'attualità". Lo ha affermato questa mattina a Trieste il governatore del Friuli Venezia Giulia che ha partecipato alla cerimonia che si è tenuta alla Risiera di San Sabba insieme agli assessori regionali Pierpaolo Roberti e Fabio Scoccimarro.

    Una manifestazione solenne che ha celebrato due ricorrenze:quella degli 80 anni dall'abbattimento dei cancelli del lager di Auschwitz-Birkenau avvenuto il 27 gennaio 1945 e quella dei 25 anni dall'istituzione in Italia proprio del Giorno della Memoria. "È fondamentale ricordare sempre questa data - ha aggiunto Fedriga -. Sono rimasto molto colpito dalle parole delle senatrice Liliana Segre che ha affermato che 'quando l'ultimo di noi sopravvissuti morirà, quanto accaduto nei campi di concentramento e le persecuzioni subite dagli ebrei rimarranno solo frasi sui libri di storia'. Questo noi non lo possiamo permettere". "Le odierne celebrazioni - ha concluso il governatore - devono essere una testimonianza viva che tutti insieme dobbiamo continuare a onorare anche in futuro".

  • Balestra (Aned): "Tutto questo non basta a vincere odio e indifferenza"

    Marco Balestra, presidente di Aned Udine: "Ricordiamo oggi tutte le vittime dell'Olocausto e torniamo a sottolineare l'importanza dei valori espressi nel giuramento di Mauthausen, pronunciato il 16 maggio 1945 dai deportati sopravvissuti durante la manifestazione antinazista successiva alla liberazione. Da quell'appello, tradotto in 22 lingue, a non perpetrare mai più crimini così atroci, difendendo insieme la libertà, è nata l'Aned, che da ottant'anni lavora per valorizzare e conservare i diritti acquisiti con tanta fatica. Diritti che sempre più spesso temiamo di perdere. Forse la cerimonia per il giorno della memoria non basta a vincere l'odio e l'indifferenza che, come ha più volte ricordato Liliana Segre nei suoi discorsi, oggi dilagano più di ieri".

    "È importante la presenza di tanti giovani, gli stessi che partecipano ai viaggi della memoria organizzati ogni anno da Aned nei luoghi dei massacri, della sofferenza, della perdita di dignità. Ma spesso attribuiamo ai giovani un'eccessiva responsabilità, quando li accusiamo di non avere memoria, di non avere speranze. Eppure la speranza non può esistere se non è basata sulla fiducia, su quella fiducia verso le istituzioni democratiche che noi adulti stiamo perdendo, a causa del venire meno della stessa democrazia. Per ritrovarla, dobbiamo agire insieme, uniti, a partire dalla memoria di che cosa è stato, come monito perché non accada più".

  • Forza Italia: ricordare per non ripetere

    Sfogliare un libro le cui pagine grondano ancora sangue, violenza e morte. Ricordare momenti brutali, bui, neri. Condannare senza "se" e senza "ma". Imparare e non ripetere quegli errori mai più. Il gruppo regionale di Forza Italia composto da Andrea Cabibbo, Roberto Novelli e Michele Lobianco, in una nota celebra il Giorno della Memoria rivolgendo "un pensiero alle vittime della Shoah, il piano di persecuzione e sterminio tanto lucido quanto spietato e demoniaco di un popolo intero. Oggi rendiamo omaggio alle vittime, ci stringiamo ai loro cari e onoriamo il coraggio di tutti i giusti che hanno messo a repentaglio la loro stessa vita per salvare tanti innocenti da carnefici senza scrupoli".

    Secondo gli azzurri "la Shoah ha scavato un abisso profondo e tremendo per l'umanità. Le leggi razziali del 1938 hanno costretto anche l'Italia a fare i conti con una storia sanguinaria e spaventosa. Ringraziamo chi non si è piegato al cospetto di un potere bieco e antidemocratico e facciamo tesoro di questo insegnamento. Servono forza, dignità, onore e orgoglio per scegliere un'azione giusta e rischiosa e non una comoda e conveniente nella sua codardia". Infine, Forza Italia rilancia l'esigenza "per tutti, a partire dalle istituzioni e dai mezzi di informazione, di proseguire nell'opera di verità e trasparenza rispetto a quanto accaduto, tragicamente, in quegli anni. L'abuso di potere è un'ombra nera che aleggia ancora. Il nostro compito è scrivere regole eque e dare l'esempio rispettandole. Solo conoscendo i fatti e traendo tesoro dalle lezioni della storia, maestra di vita, potremo imparare a rialzarci per non cadere di nuovo e per trasmettere quello che abbiamo imparato alle nuove generazioni".

  • La cerimonia a Udine, De Toni: "La libertà è un valore che non possiamo dare per scontato"

    A Udine tutti si sono raccolti al monumento ai caduti per la cerimonia per il giorno delle memoria a cura di Aned, l'associazione nazionale degli ex deportati nei campi nazisti. Presente anche il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni: "Non è casuale che che Udine e il Friuli siano medaglia d'oro, perché sono veramente tantissime le persone che sono state deportate, hanno pagato con la vita la loro resistenza al nazifascismo. Oggi sono presenti tantissimi studenti. Credo che questi ragazzi e ragazze debbano essere consapevoli che la libertà non è mai per sempre.E che molte, molte false democrazie che sono democrature in certi paesi, non garantiscono alcun diritto"

     

  • Il rabbino di Trieste Meloni: "Preoccupa l'antisemitismo nella società"

    "Una giornata importante ma deludente, dopo 80 anni si poteva sperare in una situazione diversa e invece siamo regrediti". Sono le dure parole del rabbino di Trieste, Eliahu Alexander Meloni, pronunciate a margine della cerimonia per il Giornata della Memoria nella Risiera di Trieste, unico lager nazista in Italia. "Nel 2000 quando è stata istituita la Giornata della Memoria tutti speravano che servisse a rafforzare il concetto del "Mai più" - ha detto - ". Invece oggi la situazione è molto preoccupante, soprattutto per il modo di agire dei giovani. C'è un fallimento totale della memoria, tanto che mi chiedo a questo punto se valga la pena continuare con questa Giornata". 

    Giornata della Memoria: la cerimonia alla Risiera di Trieste
  • Fedriga: "La storia non si può piegare a logiche opportunistiche"

    Dure anche le parole del presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che a margine della cerimonia alla Risiera di San Sabba per il Giorno della Memoria ha puntato il dito contro "chi vuole umiliare la memoria di perseguitati. La presenza delle istituzioni oggi è importante per ribadire che la storia e in particolare quella dell'Olocausto non si può piegare alle logiche di posizionamento opportunistico dell'attuale"

    Fedriga sulla Memoria: "La Storia dell'Olocausto non si può piegare alle logiche opportunistiche"
  • Pellegrino (Avs): sia da monito per il futuro

     "Il 27 gennaio di ogni anno si celebra il Giorno della Memoria, come giornata internazionale per commemorare le vittime dell'Olocausto". Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra), che prosegue: "Si ricorda l'abbattimento dei cancelli e l'entrata della 60esima armata dell'esercito sovietico nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove persero la vita oltre un milione di ebrei rastrellati dai nazifascisti in tutta Europa. Ma la legge 211 del 20 luglio 2000 non ricorda solamente la Shoah, ovvero lo sterminio del popolo ebraico, ma anche le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte".

  • Cerimonia in Prefettura a Udine, Bordin: combattere il pericolo dell'indifferenza

    L'opposto dell'amore non è l'odio, è l'indifferenza. Parte da questa massima di Elie Wiesel, lo scrittore premio Nobel per la pace, la riflessione del presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, sul Giorno della Memoria. "Come molti altri superstiti dell'Olocausto - ricorda Bordin - solo a distanza di molti anni Wiesel riuscì a parlare e a scrivere della sua esperienza ad Auschwitz, un orrore per molti aspetti indescrivibile. Ma sono proprio queste testimonianze che dobbiamo custodire con la massima cura e tramandare alle giovani generazioni per evitare il pericolo più grande: quello appunto dell'indifferenza, della banalizzazione di quanto successe". Il massimo rappresentante dell'Assemblea legislativa è intervenuto a margine della consegna delle medaglie d'onore alla memoria degli internati militari, una cerimonia organizzata dal prefetto di Udine, Domenico Lione, alla presenza dell'assessore regionale Barbara Zilli, del rettore dell'Università di Udine Roberto Pinton, dell'ex partigiana medaglia d'oro al valor militare Paola Del Din e di decine di sindaci del territorio che hanno stretto le mani, in un clima di composta commozione, ai discendenti di chi dopo l'8 settembre 1943 finì nei campi di concentramento.

    È stato lo stesso prefetto a introdurre la cerimonia, affidando la ricostruzione di quegli anni drammatici allo storico dell'Università di Udine Andrea Zannini, che ha voluto sottolineare il triste contributo del Fvg alla contabilità delle vittime innocenti della Seconda guerra mondiale, con la Risiera di San Sabba a Trieste ("dove persero la vita tra le 2mila e le 5mila persone"), i campi di Gonars e Visco, la caserma Piave di Palmanova e, allargando il tiro ai territori allora controllati dall'Italia, il campo di concentramento di Arbe nel Quarnaro.

    "A 80 anni esatti dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, dove i nazisti misero in pratica il folle obiettivo della "soluzione finale" uccidendo più di un milione di persone, il rischio - sottolinea ancora Bordin - è proprio quello della memoria corta". "Inevitabilmente - osserva il presidente del Cr Fvg - i testimoni diretti della Shoah vengono meno, e allora diventa ancora più importante questa Giornata, che è l'unica ricorrenza civile condivisa da tutti i Paesi dell'Unione Europea. Come è scritto su un monumento a Dachau, chi non ricorda il passato è tristemente condannato a ripeterlo".

    L'appello di Bordin si fonda su "segnali inquietanti che si sono ripetuti in Europa in particolare nell'ultimo anno e mezzo. Dobbiamo tenere alta la guardia e prendere immediatamente le distanze da parole e atti che prendono di mira il popolo ebraico". "Il Giorno della memoria - conclude il presidente dell'Aula - deve poi spingerci a promuovere la pari dignità di tutti i cittadini, un obiettivo che purtroppo è ben lontano dall'essere raggiunto a livello mondiale. Ci sono infatti Paesi che ancora discriminano i loro cittadini in base all'etnia o al genere, negando quei princìpi di uguaglianza e libertà che sono il fondamento del nostro essere italiani ed europei. Dobbiamo pertanto rimanere vigili e batterci per correggere queste storture, alimentando la cultura del rispetto e della solidarietà".

  • La cerimonia a Trieste alla Risiera di San Sabba

    Intanto in Valmaura tutto è pronto per la cerimonia che alle 11 inizierà nel cortile interno della Risiera di San Sabba. La capienza massima all’interno del monumento è di 2.200 persone, ma sarà trasmessa in diretta sul canale facebook del Comune di Trieste. L’accesso è consentito dalle 10.30 da via Palatucci con due varchi: uno lato via Valmaura e uno lato via Rio Primario, ciascuno attrezzato con display su cui apparirà il numero di posti ancora disponibili. Vietato portare con sé oggetti contundenti o in vetro, le uniche bandiere consentite sono quelle istituzionali o di associazioni ufficiali con asta in plastica e senza punta. Il monumento riaprirà al pubblico dalle 13.

  • Moretti (Pd): un errore pensare che il ricordo sia scontato

    "Il ricordo delle persecuzioni e dello sterminio del popolo ebraico, dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, di omosessuali, disabili e 'diversi' non deve e non può essere dato per scontato. Farlo significherebbe pensare che l'antisemitismo sia del tutto sparito, che non si possa insinuare ancora e che non potrà mai più accadere qualcosa del genere. Questo è l'errore più grande che potremmo fare". Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti, in occasione del Giorno della Memoria. "Contro la follia dell'odio e dell'intolleranza - conclude Moretti - le istituzioni hanno il dovere di tramandare alle future generazioni la storia del nazifascismo e della tragedia della Shoah, per evitare che ideologie disumane trovino ancora terreno fertile".

  • Honsell (Open): errori che non devono ripetersi

     "Oggi in occasione dell'ottantesimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz da parte dell'armata rossa esprimiamo, con rinnovato rispetto per le vittime innocenti di tanto orrore disumano, l'impegno che ciò non debba mai più ripetersi". Così, in una nota, Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg che parteciperà a Udine e a Pordenone alle cerimonie per la Giornata della Memoria. "L'enormità di quel genocidio nei confronti di chi era di religione ebraica e lo sterminio di rom, omosessuali e oppositori del regime nazi-fascista - conclude Honsell - è una macchia che rende complici tutti coloro che non si battono per difendere gli innocenti dalla violenza del potere e, dal razzismo, anche nei secoli futuri".

  • Di Bert (Fp): riflettere sulla condotta dell'umanità

    "Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo. Una frase del filosofo e scrittore George Santayana da tenere come monito, non solo per non dimenticare, ma anche per continuare a riflettere sulla condotta dell'umanità". Lo afferma in una nota, in occasione del Giorno della Memoria, il consigliere regionale Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente. "Il ricordo è segno di civiltà e di umanità - aggiunge,  Di Bert intervenendo anche a nome dei colleghi del gruppo consiliare - l'indifferenza, invece, apre la porta a nuovi orrori".

  • Gli eventi a Pordenone per ricordare le vittime dell'Olocausto

    In occasione della Giornata mondiale della Memoria, la città di Pordenone ha organizzato per oggi diversi eventi per ricordare le vittime dell'Olocausto. La cerimonia di commemorazione inizierà alle 9.30 in piazza Maestri del Lavoro con la deposizione di una corona al monumento del deportato da parte delle autorità. Alle 10 proseguirà nella sede dell'ex Provincia in corso Garibaldi, con la deposizione di una corona alla targa commemorativa "Giorno della memoria". Alle 10.30, all'auditorium Concordia, la cerimonia di consegna delle medaglie d'onore da parte del prefetto Lastella ai familiari dei deportati e internati nei lager. A seguire, lo spettacolo teatrale di Davide Giandrini, per i ragazzi delle scuole, dal titolo "Dal campo di calcio ad Auschwitz", storia di un allenatore ebreo e della sua famiglia. Alle 15, "Ritratto di una città in pezzi" con visita ai luoghi significativi per la deportazione pordenonese. In serata, alle 20.30, all'auditorium Don Bosco la replica dello spettacolo di Giandrini "Dal campo di calcio ad Auschwitz".

  • Moretuzzo (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg):  "Ricordare per un futuro di pace"

    "Anche quest'anno il Giorno della Memoria si colloca in un contesto internazionale drammatico. Oggi più che mai, tenere viva la memoria ci impegna ogni giorno a fare tutto il possibile per evitare che l'ingiustizia e la sopraffazione dei deboli si verifichino ancora, contrastando ogni rigurgito di antisemitismo e razzismo, per costruire un futuro di libertà e pace".

    Così, in una nota,  Massimo Moretuzzo, capogruppo in Consiglio regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg  che, nel Giorno della Memoria, sottolinea la necessità di "educare le giovani generazioni a custodire i valori della memoria, del rispetto dei diritti umani, della legalità e dell'integrazione, della pluralità, contro ogni forma di violenza e discriminazione".

    "Dobbiamo andare oltre le divisioni, i confini del novecento - evidenzia l'esponente autonomista -, per ricordare che, in particolare in questa terra, culture e lingue diverse hanno trovato modo di vivere assieme".

    "A fronte dei tanti tentativi di banalizzare la Shoah e di pericolose nostalgie e distorsioni storiche - conclude Moretuzzo -, abbiamo, tutte e tutti, la responsabilità di ricordare".

  • Gli appuntamenti principali in Friuli 

    • Tolmezzo, proiezione film #AnneFrank. Vite parallele

    Questa sera, alle 20.30, al Cinema David di Tolmezzo, si terrà la proiezione del film #AnneFrank. Vite parallele. Nel docu-fiction del 20219 Helen Mirren ripercorre attraverso le pagine del diario la vita di Anna e la storia di 5 donne che, da bambine e adolescenti, sono state deportate nei campi di concentramento ma sono sopravvissute alla Shoah. La regia è di Sabina Fedeli e Anna Migotto.

    • A Udine cerimonie e concerto al Teatrone

    Il Giorno della memoria a Udine sarà celebrato con diverse iniziative. In particolare, alle 12, la cerimonia a cura dell'Aned al parco della Rimembranza, e la consegna in prefettura delle medaglie d'onore alla memoria di 35 tra deportati e internati. Alle 20.30, concerto al Giovanni da Udine con Fvg Orchestra e Coro Polifonico di Ruda, direttore Paolo Paroni.

    • Buttrio. Alla primaria il racconto di Pezzarini

    Nella primaria di Buttrio oggi interverrà Valter Pezzarini, che racconterà ai ragazzi il dramma vissuto dal padre Angelo (nella foto) durante i 19 mesi di prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale. La sera, alle 20.30 in Villa di Toppo Florio, la rappresentazione de "La mela di Turing: musica e riflessioni per la pace", con lo scrittore e filosofo Fabio Turchini e il fisarmonicista Sebastiano Zorza.

  • Armando: "Dopo anni non racconto più dei miei genitori sopravvissuti ad Auschwitz nelle scuole"

    Di andare nelle scuole non ha più voglia. Armando Chaim, 76 anni, è stato per anni un testimone indiretto della Shoah raccontando a studenti, conoscenti e a chiunque gli chiedesse informazioni la storia dei suoi genitori, Zaccaria e Margarita, entrambi sopravvissuti ad Auschwitz. Ora non più. «L’ultima volta sono andato due anni fa, prima di questo maledetto 7 ottobre. Vivere per poter raccontare era la missione dei miei genitori. Raccontare, pur sapendo di non essere creduti».

    Ha raccontato per anni nelle scuole dei suoi genitori sopravvissuti ad Auschwitz: «Ma ora non lo faccio più»
    La foto del 1949: Zaccaria e Margarita Chaim con i figli Leone e Armando
  • Deportato a Buchenwald per aver curato e aiutato gli avieri americani: la storia di Dino Burelli

    Dino Burelli, giovane medico di 23 anni, è stato catturato dai tedeschi nell'agosto del 1944 dopo aver aiutato cinque aviatori americani feriti. Deportato a Buchenwald e poi a Langenstein-Zwieberge, ha vissuto terribili esperienze nel campo di concentramento, ma non ne parlò mai fino agli anni '70, quando raccontò la sua storia a suo figlio e amici. La sofferenza più grande per lui fu essere privato della propria identità, quando venne marchiato con un numero: 21318.

    Dopo quella serata, si iscrisse all'Associazione Nazionale degli Ex Deportati e, insieme ad altri ex deportati, fondò un'associazione per creare un piccolo memoriale al campo dove aveva vissuto. Iniziò anche a partecipare a cerimonie di commemorazione e a parlare nelle scuole per trasmettere la sua esperienza. Ha scritto un libro dal titolo "Mamma sto bene, non mi sono fatto niente", ripetendo alla madre, quando tornò a casa, la frase che le aveva detto dopo la sua liberazione, dato che era stato dato per morto. La sua testimonianza riguardava soprattutto l'importanza della libertà, del rispetto degli altri e la necessità di evitare le guerre.

    Deportato a Buchenwald per aver curato e aiutato gli avieri americani: la storia di Dino Burelli
    Claudio Burelli con suo padre Dino nel 2007 a Langenstein- Zwieberge
  • Ricordo, dunque sono: sei storie per non dimenticare mai l’Olocausto

    Le loro voci, spesso un sussurro spezzato dalla commozione, hanno per anni raccontato l’orrore dei campi di concentramento. Loro, i sopravvissuti, quelli che hanno visto con i loro occhi e provato sui loro corpi la brutalità dell’essere umano. Loro che hanno impresso la Shoah nei ricordi e nella pelle con un numero indelebile che cancellava l’identità. Stiamo parlando di Enzo, Emilio, Giuseppe, Dino, Mario, Zaccaria e Margherita. Nello speciale qui sotto attraversiamo il nostro territorio per raccogliere la loro testimonianza attraverso le voci delle mogli, dei figli, dei nipoti e dei parenti:

    Ricordo, dunque sono: sei storie per non dimenticare mai l’Olocausto
Cescut, Dalmasso, Larocca

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