Giovane morto in Colombia, la burocrazia aggiunge dolore ai genitori: «Vogliamo riportare a casa il nostro Nicholas»

Il 26enne di Pocenia è deceduto nello schianto tra la moto d’acqua che guidava e un’imbarcazione, durante una vacanza a Cartagena. Il padre Moreno: «Non abbiamo ancora potuto vederlo, siamo in attesa di capire come e quando procederanno con l’autopsia»

Francesca Artico
Nicholas Cudini, 26 anni, era originario di Pocenia e viveva negli Stati Uniti
Nicholas Cudini, 26 anni, era originario di Pocenia e viveva negli Stati Uniti

Mamma Ermanna non ha ancora potuto vedere, e riconoscere, la salma del figlio Nicholas Cudini, morto lunedì 2 dicembre, nel pomeriggio, in seguito a un incidente accaduto nelle acque di Cartagena de Indias, in Colombia, dove si trovava per una vacanza.

Il giovane, di appena 26 anni, era alla guida di una moto d’acqua sulla quale sedeva anche una ragazza che è rimasta ferita quando si è scontrato con una imbarcazione in transito: dallo scontro non è più riemerso.

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Nicholas Cudini

Il corpo senza vita di Nicholas è stato recuperato 22 ore dopo l’impatto, martedì 2 dicembre, poco dopo l’arrivo delle madre partita da Pocenia, paese in cui vive la famiglia del ragazzo, ed è stato trasportato al Centro medico di Cartagena dove dovrebbe essere eseguita l’autopsia, anche per chiarire la dinamica dell’incidente.

Il condizionale è d’obbligo, perché, come afferma il padre Moreno, «siamo in attesa di capire come e quando procederanno».

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Ed è sempre il papà, a spiegare che la moglie Ermanna, «insiste per vedere la salma di nostro figlio in quanto ancora non è stato possibile, ma le cose vanno per le lunghe e non si sa ancora come in quel Paese intendono operare. Noi – dice – vogliamo riportarlo in Italia, per questo stiamo valutando, al fine di accelerare i tempi del rientro, di procedere con la cremazione una volta ottenuto il nulla osta per il rimpatrio. Abbiamo tante persone che si sono rese disponibili a darci una mano per riportarlo a casa, è questo vuol dire che Nicholas ha lasciato una traccia importante di se. Siamo molto orgogliosi di lui. Resto in attesa di saperne di più e capire come dobbiamo muoverci, ma se le cose dovessero complicarsi, partirò per raggiungere mia moglie in Colombia: voglio starle vicino nel predisporre la documentazione per il rientro».

La vicinanza di tante persone commuove questo papà colpito duramente negli affetti, la perdita dell’unico figlio di appena 26 anni, ma con coraggio e dignità affronta ogni giorno con un unico obiettivo. Intanto continuano le attestazioni di cordoglio nei confronti della famiglia, da parte ci chi ha conosciuto, anche per poco, Nicholas, «un bravo ragazzo, con un grande futuro, un futuro», commenta uno del direttivo del Cjarlins Muzane, società nella quale il ragazzo aveva militato per un biennio, «conclusosi tragicamente nelle acque di Cartagena, in una giorno di vacanza».

Nicholas viveva da qualche anno a Manhattan dove lavorava per Eataly, dopo aver frequentato l’Università californiana di Santa Clara dove giocava a calcio.

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