«Giovani e formazione la sfida della Filologica»
Si affida a un docente di linguistica generale e romanza, la Società Filologica Friulana: con decisione inattesa il presidente uscente, Lorenzo Pelizzo – che nelle scorse settimane aveva abbozzato disponibilità alla ricandidatura –, ha infatti scelto di passare il testimone, dopo dodici anni di guida del sodalizio. E a raccoglierlo è, appunto, un cattedratico dell’Università di Udine, Federico Vicario, eletto ieri sera dal consiglio generale.
«Identità, territorio, cultura. Formazione», scandisce il professore. «Su questi filoni, sulla loro tutela, si impernierà il lavoro della Società, che dovrà profondere tutte le proprie energie per moltiplicare le azioni di difesa e di promozione della tradizione locale. Ruolo centrale sarà rivestito dal settore, come detto, della formazione: in tale contesto si inserisce il processo di attivazione del centro di documentazione per la scuola friulana, polo che riunirà tutto il materiale prodotto dall’insegnamento della lingua della nostra terra agli studenti; un autentico patrimonio, che va assemblato e, soprattutto, diffuso, veicolato».
Ma Vicario promette un’azione culturale a tutto campo. Il il nuovo corso della Filologica punta anche al superamento dei confini geografici del bacino friulanofono: bisogna guardare, fa intendere Vicario, oltre la dimensione regionale, cercando contatti e collaborazioni sia con i “cugini” più prossimi (vedi parlata ladina) che con realtà linguistiche minoritarie non contigue. Non solo: il principio della cooperazione dovrà estendersi ad ulteriori campi, abbracciando – e sostenendo – l’universo della cultura in toto. «C’è, per esempio – abbozza il presidente –, la gravissima questione degli archivi di Stato. È inconcepibile che quello di Pordenone, per citare un caso specifico, venga trasferito fuori regione. Urge una mobilitazione generale, una reazione forte. Il governo del Friuli Venezia Giulia si faccia carico del problema (sul Ministero non possiamo contare: considera troppe realtà dei rami secchi) e si batta per la salvaguardia delle nostre competenze ed eccellenze. A cominciare dalla sfera dell’istruzione: diamoci da fare per strappare le scuole e le università al degrado, prima che sia troppo tardi!».
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