Girasole, caviale nero e sarda di lago: Mukhin e Camanini artisti per stupire

L’unione di sapori tra Italia e Russia è stata la sfida (vinta) della cena ospitata ieri sera al Vitello D’Oro di Udine. Dietro ai fornelli c’erano due cuochi dell’eccezione, Vladimir Mukhin del “White Rabbit” di Mosca e Riccardo Camanini (1 stella Michelin) del “Lido84” di Gardone Riviera.

«Abbiamo cercato di fondere la cucina di Vladimir, basata molto sullo studio delle sue radici e della sua storia, con gusti piuttosto importanti nati dalla necessità di sostenere un popolo, quello russo, costretto a vivere in condizioni difficili a causa delle avverse condizioni meteorologiche – racconta Camanini – con i piatti della mia tradizione di lago, come la sardina o l’anguilla. Ne è nato un menù di carattere, con gusti abbastanza definiti».

Un botta e risposta tra Italia e Russia a colpi di portate, a cominciare dal girasole e caviale nero affumicato per continuare con i rognoncini di coniglio e cavolo cappuccio, il morkovnik (capesante con l’aggiunta di una bevanda fermentata) e l’anguilla affumicata, l’okroshka (zuppa fredda) e la sarda di lago, per chiudere con il dolce, il Kouign-Amann arancia, zenzero, timo e sale. Il tutto accompagnato da vino come l’Adonis Pineau d’Aunis, la Malvasia doc Collio e il Prosa Rosè.

«Il nostro mestiere è fatto di influenze, di curiosità, di prodotti e di modi di lavorare diversi – continua lo chef Camanini –. Quando torno a casa da eventi di questo tipo ne esco arricchito: lavorare con altri colleghi cuochi è sempre molto stimolante».

Per lui si tratta della quarta volta a Ein Prosit: «Partecipo molto volentieri perché qui trovo un forte senso di attaccamento alla vostra terra e alle vostre identità, e questo non è per nulla scontato oggi, con la globalizzazione che ha contribuito a disperdere molto. Siete riusciti – conclude lo chef – a preservare la vostra identità, trasmettendola a chi viene a visitarvi.

Su Ein Prosit posso solo dire che l’accoglienza è fantastica e l’organizzazione perfetta». La cucina lo reclama e Camanini ci saluta. Prima di congedarlo, però, gli chiediamo di indicarci un piatto del Friuli che predilige più degli altri: «Il frico resta intramontabile», ammette prima di tornare al lavoro. Come dargli torto.

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