Giro d’affari di 5 milioni l’asparago friulano fa rete
POZZUOLO. L’assioma per cui il Friuli è terra di produzioni agroalimentari di grande qualità trova oggi conferma cartacea nel marchio Aqua (Agricoltura, qualità, ambiente). Riconosciuto dall’Unione Europea, potrà essere utilizzato sull’asparago bianco, una delle punte di diamante dell’orticoltura in regione, garantendone la produzione in ossequio al rigido disciplinare redatto da Ersa. La prima concessione finalizzata all’utilizzo del marchio è stata rilasciata ieri ad una storica cooperativa di produttori, la Agricoop di Tavagnacco, che si prepara ora ad immettere sul mercato i suoi asparagi accompagnati da una fascetta con il logo recante l’acronimo Aqua e il simbolo del tipicamente friulano. Un escamotage, questo, per ammiccare al Fvg senza però legare ad una specifica realtà territoriale il marchio che può viceversa essere richiesto da tutti i produttori dell’Ue come previsto dalle norme in materia di libera circolazione.
Certificazione
Per Ersa è il traguardo di due anni di lavoro. «Inauguriamo il nuovo marchio Aqua con l’asparago bianco, ma siamo già impegnati sui disciplinari di trota, prodotti lattiero-caseari, malghe e mele», fa sapere il direttore generale dell’agenzia Mirko Bellini che ribadisce l’importanza dell’iniziativa, unico caso in Italia nel suo genere. «Finalmente certifichiamo la qualità non solo a parole, ma anche con un pezzo di carta – afferma –. Lo facciamo mettendoci la faccia: con il marchio Aqua, la Regione Fvg garantisce infatti in prima persona la qualità del prodotto».
L’asparago in cifre
La superficie coltivata ad asparago in Fvg è di 140 ettari circa. Più che raddoppiata rispetto a 30 anni fa oggi interessa oltre ai comuni “storici” di questa produzione, vedi Tavagnacco e Grado, anche Aquileia con un il 14,5% delle superfici coltivate è diventata la nuova “capitale” dell’asparago in Regione, seguita da Casarsa (7,5%), Cordenons (6,9%) e Tricesimo (6,2%). Le aziende produttrici sono 170, di cui 114 votate all’asparago bianco, 55 a quello verde, che sta lentamente crescendo – come spiega il tecnico dell’Ersa, Costantino Cattivello – fino a coprire oggi il 22,8% della produzione complessiva che ammonta annualmente a circa 10 mila quintali per un valore lordo complessivo di 5 milioni di euro. Tempo (meteorologico) permettendo.
Qualità
«Questa stagione non è stata facile per questa coltura a causa delle condizioni meteo – continua Cattivello –, ma scarti a parte, i prodotti sono molto validi. Anzi, paradossalmente, l’eccesso di pioggia ha reso gli asparagi ancor meno fibrosi». Quelli prodotti in Fvg lo sono di loro. La poca fibrosità è infatti una delle caratteristiche peculiari, una di quelle che ne fa dei prodotti eccellenti. Anche in virtù della filiera corta che da sempre caratterizza, entro i confini regionali, queste orticole. «Essendosi quasi tutti i produttori attrezzati per la vendita diretta, il percorso dal produttore al consumatore è cortissimo – aggiunge il tecnico Ersa – ed è garanzia di estrema freschezza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto