Gisela e Franz: «Con Varmo è stato amore a prima vista»
VARMO. Hanno scoperto il Friuli, imparato a amarlo e cominciato a farlo conoscere ai loro connazionali. È la meritoria impresa di Gisela Hopfmüeller e Franz Hlavac, marito e moglie, entrambi giornalisti della radiotelevisione Orf di Vienna. Sono da poco in pensione e da una decina d'anni residenti a Varmo come seconda casa (passano sei mesi sul Danubio e gli altri sei sul piccolo fiume immortalato da Ippolito Nievo). Due anni fa hanno pubblicato il primo libro, Unser Friaul (Il nostro Friuli), sottotitolo Menschen, Feste, Garten, Wein (Uomini, Feste, Giardini, Vini), che ha venduto 4.500 copie in tutta l'Austria, adesso è pronto il secondo, Friaul erleben. Pflanzen, Kuche, Lebensfreude (Vivere il Friuli. Piante. Cucina. Gioia di vivere), che sarà presentato il 22 marzo, alle 20.30, nella sala consiliare del municipio di Varmo.
Franz e Gisela sono sposati da 16 anni («ma siamo insieme da 31 e siamo felicissimi!» dicono all'unisono). Lui è nato nel 1948, ad Amstetten, nella Bassa Austria (tra Vienna e Linz); lei, classe 1955, è originaria di Klagenfurt. Entrami laureati, lui in storia a Vienna e lei in storia dell'arte a Graz, hanno lavorato molti anni all'Orf, nel settore della politica e in quello dell'economia, lei anche come responsabile e conduttrice, negli ultimi sette anni, dì una seguita trasmissione settimanale. Ma come è nato l'amore per il Friuli?
La signora fin da bambina, quando da Klagenfurt veniva in vacanza con la famiglia sulle nostre spiagge. E per la storia dell'arte. Ha un bellissimo ricordo della prima, grande mostra del Tiepolo (1971) a villa Manin («Avevo 16 anni e fu un'esperienza indimenticabile!»). Herr Franz, invece, andava in vacanza anche in Romagna e nelle Marche. Insieme, poi, hanno girato l'Italia: «Amiamo anche Napoli per i presepi e il Barocco, Roma, la Toscana, il lago di Garda...».
Ma hanno scelto il Friuli. E undici anni fa hanno trovato casa a Varmo, tramite un'agenzia di Codroipo. All'esterno quel grigio edificio può anche passare inosservato, ma dentro è un gioiello, che i nuovi residenti hanno arricchito con arredi ispirati alla vita contadina. E dietro ha un parco bellissimo e un vigneto. «È stato amore a prima vista!», commenta la signora Gisele, che ricorda come, alla firma del contratto, ricevette in dono, dal titolare dell'agenzia, Enzo Toso, una copia del romanzo di Sergio Maldini, La casa a Nord-Est. Erano, in pratica, le “istruzioni per l'uso”, cioè l'invito a imitare il giornalista-scrittore, tornato nel Friuli del liceo Stellini e delle prime esperienze al Messaggero Veneto, che a Santa Marizza di Varmo mise radici e raccontò la sua esperienza. Naturalmente Franz e Gisela sono diventati amici della signora Franca Maldini. Ma anche di tanta altra gente, non solo di Varmo: Elda Del Negro del Mulino di Glaunicco, il macellaio Valentino Zanin, i vignaioli Ferrin di Camino e Komjanc di San Floriano del Collio, i coniugi Rosano e Daniela Asquini, ai cui figli han fatto da padrino e madrina.
La scelta di Varmo si è rivelata eccellente per vari motivi: il paesaggio delle Risorgive, con i mulini (tra cui quello di Glaunicco, dove Turoldo girò alcune scene de Gli ultimi), la vicinanza di villa Manin e la presenza letteraria di Ippolito Nievo («Abbiamo trovato una bella edizione de Il Varmo in una libreria antiquaria di Venezia»), poi arricchita da quelle di Maldini ed Elio Bartolini...
Appassionati a questo Friuli, i coniugi Hopfmüeller-Hlavac hanno deciso di raccontarlo (ma sarebbe meglio dire spiegarlo) ai loro connazionali. «Unser Friaul è il Friuli delle nostre esperienze, dei nostri amici, visto con i nostri occhi. E con le nostre macchina fotografiche». Oltre a Villa Manin (e alle reminiscenze napoleoniche) hanno scoperto anche Villa Badoglio (altro personaggio storico) a Flambruzzo, Casarsa con la casa (e la tomba) di Pasolini, Cividale e Gemona con i riti dell'Epifania, Fagagna con la corsa degli asini. Ebbene sì: quest'ultimo è uno dei capitoli più riusciti (la Cjase Cocel, che era il vero obiettivo, è passata in secondo piano!). «In Austria abbiamo fatto 25 presentazioni del libro – confida la signora Gisele – e ogni volta il capitolo della corsa degli asini è stato letto interamente, con grande divertimento.
E adesso c'è il secondo libro, che – come accennato – sarà presentato il 22 a Varmo. Vi troveremo Lucina Savorgnan e Luigi Da Porto (la vera storia di Romeo und Julia), le tradizioni di Pasqua e Pasquetta (il gioco del truch a Cividale, la “corsa delle uova” nel parco di casa per i figli degli amici, il carnevale di Resia, l'isola della Cona alle foci dell'Isonzo, Marano e la barca di Geremia, i gelsi e i bachi da seta, le pesche di Fiumicello, il giuggiolo e il caco (frutti poco noti in Austria), infine interviste a vignaioli (anche loro producono alcuni bianche, tra le 500 e 600 bottiglie l'anno) e indirizzi di negozi specializzati e ristoranti consigliati.
Sarà un test importante questa presentazione a Varmo. Se, come tutto lascia pensare, avrà successo, potrà preludere a una traduzione dei due lavori in italiano.
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