«Giù le mani dai parchi»: raccolte firme a Cavolano

I residenti si oppongono all’asta per la vendita di due aree verdi in via Dei Salici. «Abbiamo pagato di tasca nostra quei terreni, ci appartengono: stop al cemento»

SACILE. «No allo scippo dei verde che abbiamo pagato». A Cavolano hanno raccolto 80 firme contro l’asta pubblica che, in Comune, metterà all’incanto due fazzoletti di verde in via dei Salici. La gente fa muro sugli alberi nel rione nella cintura di Sacile e Giovanni De Marco guida la pattuglia di famiglie in rivolta.

«Vogliamo bloccare l’asta pubblica del Comune che aliena 1.100 metri di area verde: fanno cassa, ci aspettiamo una speculazione edilizia nel quartiere» afferma De Marco. Gli fa eco l’ex consigliere comunale Antonello Bontempi.

Firme porta a porta. Hanno raccolto firme porta a porta a Cavolano, come anni fa, quando la lotta era stata contro l’aria inquinata dalle puzze di un vicino allevamento.

«L’obiettivo è quello di bloccare l’asta pubblica – spiega De Marco, che depositerà la petizione in Comune – Si tratta di due terreni, pagati di tasca nostra in lire, quando la zona è stata lottizzata negli anni Sessanta». Nel 1963 la lottizzazione, quindi il cantiere: le villette residenziali sono state ultimate a fine anni Settanta in via Dei Salici. «Siamo di fronte a un altro atto della cementificazione selvaggia, a Sacile – incalza Bontempi che ai tempi della giunta Cappuzzo aveva detto no alla proposta di vendere i due terreni comunali – Si tratta di due aree dove giocano i bambini e non devono essere sacrificate per fare cassa».

Residenti arrabbiati. I residenti sono imbufaliti. «Ci sentiamo presi in giro dagli amministratori che, peraltro, sono a fine mandato – De Marco ha la residenza dal 1977 – La lottizzazione ci ha fatto sborsare soldi per i due lotti di verde pubblico che il Comune, con atto arbitrario, destina a terreno privato. Ci troveremo con zero verde e più cemento, dopo avere pagato di tasca nostra 1.100 metri quadrati».

No a nuove colate di cemento, dicono in via dei Salici. «Ci scippano il verde pubblico – incalza Bontempi – Il Comune è senza risorse, quindi vende i beni pubblici, pagati dalla stessa collettività. Basta alle politiche dannose».

La comunità non molla. A Cavolano non si rassegnano. «Le uniche oasi alberate pubbliche sono concentrate in via Dei Salici – puntualizza De Marco – Dagli anni Sessanta intere generazioni di bambini hanno giocato in questi due spazi verdi di via Dei Salici. È una strada sicura, in molti passeggiano e sostano nelle aree verdi».

Il lotto più piccolo, inserito nell’asta pubblica, potrebbe essere assorbito dai giardini privati: pare che i proprietari abbiano chiesto in Comune un altro passo carraio. Ma il lotto più ampio è compatibile con un cantiere edile, da qui la particolare determinazione nel portare avanti la battaglia da partedei residenti. «Non ne vogliamo sapere di altro cemento – arringa De Marco – Non molliamo».

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