Giulio Regeni, la Procura di Roma fa ricorso in Cassazione contro la decisione di sospendere il processo
ROMA. La Procura di Roma chiede alla Cassazione di intervenire per sbloccare la «stasi processuale» che ha portato il procedimento ai quattro 007 egiziani accusati delle torture e dell'omicidio di Giulio Regeni ad arenarsi, a non avere sbocchi. I pm di piazzale Clodio hanno rotto gli indugi e depositato un provvedimento di alcune pagine con cui si chiede alla Suprema Corte di annullare la decisione dell'11 aprile scorso del gup con cui è stato sospeso il processo in attesa di nuove ricerche degli imputati. Nel ricorso il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco sollecita un intervento di «chiarezza» agli ermellini per superare quanto disposto dal giudice per le udienze preliminari che, rifacendosi a quanto deciso dalla III Corte d'Assise nell'ottobre scorso, ha sancito che il processo non può andare avanti in quanto mancano le notifiche agli imputati: si tratta degli agenti, tutti appartenenti agli apparati di sicurezza del Cairo, che nel gennaio del 2016 avrebbero prelevato, torturato ed ucciso il ricercatore italiano. Per l'ufficio diretto da Franco Lo Voi è necessaria una diversa valutazione tecnica in ordine alla sussistenza delle garanzie del giusto processo riconosciute ai quattro 007.
Con l'impugnazione i magistrati di piazzale Clodio chiedono alla Cassazione di chiarire se risulta sufficiente, per la celebrazione del processo, il fatto che «vi è una ragionevole certezza - come scrive la corte d'Assise nel provvedimento con cui ha rinviato il procedimento all'attenzione del gup - che i quattro imputati egiziani hanno conoscenza dell'esistenza di un procedimento penale a loro carico avente ad oggetto gravi reati commessi in danno a Regeni». Secondo la Procura capitolina quanto deciso dalla Corte d'Assise è in contrasto con quanto espresso dalla Cassazione in alcune sentenze in cui si afferma che si può procedere nel processo anche se la parte ignori la data dell'udienza e il capo di imputazione, quando si è in presenza sostanzialmente di «finti inconsapevoli». La risposta della Cassazione potrebbe arrivare in autunno, forse proprio a ridosso della nuova udienza fissata dal gup per il 10 ottobre.
Il giudice, alla luce della totale chiusura delle autorità egiziane nella collaborazione giudiziaria, ha affidato una nuova delega ai carabinieri del Ros per effettuare ulteriori ricerche. In quella udienza verrà, inoltre, ascoltato il capo dipartimento affari giudiziari del ministero della Giustizia, Nicola Russo, sugli eventuali sviluppi dopo la nota inviata agli egiziani dal dicastero in seguito all'incontro senza esito avvenuto il 15 marzo. Nei giorni scorsi i genitori del ricercatore friulano hanno lanciato un appello via social per chiedere una mobilitazione al fine di individuare gli indirizzi dei quattro aguzzini. Un post su Fb, pubblicato in tre lingue (italiano, inglese ed arabo), in cui sono state inserite anche le foto di tre imputati individuate dal Ros su fonti aperte.
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