Gli appalti del Coni Ziberna: errori della Procura nelle mail
TRIESTE. Nei guai per gli errori di trascrizione della Polizia giudiziaria. Rodolfo Ziberna, il consigliere regionale del Pdl finito sotto inchiesta, in concorso con altre cinque persone, per due presunti episodi di turbativa d’asta nell’ambito di altrettante gare a invito organizzate dal Coni del Fvg nel 2008 e nel 2009, ha parlato anche di questo nell’interrogatorio affrontato, ieri mattina, davanti al pm di Trieste, Federico Frezza. Due sviste, a parere suo e dei difensori, avvocati Antonio Montanari e Antonio Sanson, sufficienti a stravolgere significato e tempi delle mail che Ziberna inviò a Luana Matassi, segretaria del Coni, e a Massimo Lombardo, legale rappresentante dell’agenzia “Alan Normann Comunication srl” di Udine - entrambi a loro volta indagati - e che il magistrato ha inserito tra le fonti di prova riportate negli inviti a comparire.
La ricostruzione del pm. Durato un’oretta, il faccia a faccia con il pm - un paio di mesi fa il neoletto consigliere si era presentato già come semplice persona informata sui fatti - è servito a chiarire anche il tipo di rapporto che Ziberna aveva con Lombardo. Ossia con colui che, in entrambe le gare, risultò vincitore dell’appalto: nel 2008, per l’organizzazione dell’indagine di mercato “I bisogni dello sport in regione” e del convegno “Stati generali dello sport in Fvg”, aggiudicata con un’offerta di 16.650 euro, e, nel 2009, per quella delle “Giornate delle conferenze regionali” e del “Convegno nazionale dello sport”, sue per 30 mila euro. L’ipotesi della Procura è che gli appalti siano stati pilotati. Che esistesse, cioè, un accordo in base al quale si facevano confluire al Coni tre «preventivi addomesticati», chiedendo a Lombardo di procurarne due con offerte superiori alla sua, per essere certo di spuntarla in ogni caso.
Amicizia ventennale. Ziberna, che al Coni non ha mai ricoperto alcun ruolo dirigenziale, ma che nel mondo dello sport si muove e opera da decenni, era stato coinvolto nell’organizzazione dei convegni dall’allora assessore regionale Elio De Anna. «Gli aveva chiesto una mano - spiega l’avvocato Montanari - e lui, che in passato aveva conosciuto Lombardo tramite la moglie Valentina Visintin, aveva fatto il suo nome al Coni. Di Lombardo si fidava ciecamente, perchè aveva avuto modo di apprezzarlo in vent’anni di amicizia e collaborazione, quando, anche in qualità di presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, gli aveva affidato alcuni lavori. Sempre a titolo personale, quindi, e pagando di tasca propria».
I refusi della Procura. E veniamo agli svarioni. Lo scambio epistolare comincia nel gennaio 2009, quando Ziberna scrive a Lombardo: «Dovremo fare un prevent. per le conferenze dello sport». Si parla di un solo preventivo, «perchè - spiega l’avvocato Montanari - Ziberna è convinto che si possa procedere ad affidamento diretto». In agosto, il Coni gli precisa però che la procedura è un’altra. È la Matassi a scrivere a Ziberna: «Poichè vedo già individuati i vincitori, in seguito mi serviranno 3 preventivi». Ed ecco il primo errore. «Per un refuso di origine ignota e che oggi (ieri, ndr) abbiamo verificato insieme al dottor Frezza - continua il legale -, è stato riportato un termine errato.
Quello vero, usato nella mail, non è “vincitori”, bensì “fornitori”. Che è ciò che in una gara si deve fare: contattare i fornitori di un servizio, per chiedere loro di predisporre le offerte. Il senso ne esce completamente stravolto». Di lì a poco, Ziberna - siamo ancora in agosto - girò la mail a Lombardo. «Il Coni ha necessità, come la volta scorsa, di 3 preventivi; scrivi a Luana e dalle anche 2 recapiti di società che faranno un’offerta superiore, così ti viene assegnato in fretta l’incarico». Una frase che per il pm resta comunque dubbia. Ma che, per la sua difesa «altro non dice, se non ciò che tutti sanno». Il secondo errore riguarda la tempistica. Perchè nel capo d’imputazione quest’ultima mail, inviata appunto nel 2009, viene riportata come fonte di prova anche per la gara del 2008 e ripetuta pari pari, ma con data dell’agosto 2008. «Con quell’incarico - ha concluso l’avvocato Montanari - il mio cliente non ebbe proprio nulla a che fare».
Gli altri interrogatori. Ziberna è stato l’unico dei sei indagati a scegliere di rispondere alle domande del pm. Comparsi ieri davanti al pm, sia Lombardo, difeso dall’avvocato Luca Ponti, sia Cinzia Lorenzon, allora titolare della “Ad Comunication srl” di Gradisca d’Isonzo - una delle tre società che si sarebbero accordate con la Alan Normann per perdere la gara - e assistita dall’avvocato Massimo Bianca, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. «La mia cliente - ha precisato Bianca - si è dichiarata serena ed estranea ai fatti». Lunedì era stata Alessandra Aita, titolare della “Ideando” di Buia e difesa dall’avvocato Maurizio Miculan, a scegliere di non parlare. In attesa, lei come gli altri, di poter leggere tutti gli atti d’indagine.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto