Gli Arditi aiuteranno gli storici nella ricerca
«Siamo a disposizione per fornire un contributo nel caso in cui si decidesse di avviare una ricerca storica sul Covo degli Arditi di via Petrarca. Che, come parte della storia del nostro Paese e di Gorizia in particolare, deve essere salvaguardato e mantenuto».
A dirlo è il presidente sezione triestina (a cui fa capo anche il capoluogo isontino) della Federazione nazionale Arditi d’Italia, Massimiliano Ursini, che interviene così nel dibattito sul ritrovamento della cripta fascista riscoperta nell’ambito dei lavori di riqualificazione che stanno interessando la sala Petrarca, inserita a sua volta nel complesso del Trgovski dom.
«Personalmente non avevo notizie riguardo il covo goriziano - riprende Ursini -, ma credo che vada salvaguardato per quello che è stato: è necessario approfondire la sua storia attraverso le testimonianze e un lavoro di ricerca storica. Come associazione, siamo disponibili ad affiancarci ad altri che intendessero attivarsi in questo senso».
La sezione triestina degli Arditi in questi mesi ha contribuito alla sistemazione della cripta che al cimitero centrale raccoglie le spoglie dei caduti italiani, tra cui i Volontari di Francia del Fulmine. La cripta sotterranea è stata “scoperta” nel corso dei lavori di recupero della sala Petrarca da parte dei professionisti che si sono occupati per conto della Biblioteca statale isontina di progettare l’intervento di riqualificazione dei vani, che si trovano proprio dietro il palazzo progettato all’inizio del Novecento dall’architetto goriziano Max Fabiani. Proprio sotto la sala, destinata a diventare nelle idee della dirigenza della Bsi uno spazio di interscambio culturale, i sopralluoghi hanno permesso di ritrovare la cripta utilizzata in passato per cerimonie in occasione delle feste fasciste: un luogo di ritrovo angusto, al quale si poteva accedere anche da un passaggio alternativo, posizionato alla destra dell’ingresso principale della sala Petrarca.
Per i rappresentanti di partiti e associazioni di destra la cripta va recuperata, mentre per la comunità slovena l’operazione non è opportuna: la verità starà nel mezzo, visto che - come annunciato dal direttore della Bsi, Marco Menato - lo spazio sarà scaffalato e utilizzato come deposito per la biblioteca. (chr.s.)
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