Gli Scarpèts friulani fanno il giro del mondo (ma grazie ai veneti)

La società ViBi li ha fatti indossare anche a Kate Moss. Il cuore della produzione è però a Reana del Rojale

UDINE. E’ la solita vecchia storia. Gente operosa, i friulani. Gente che lavora a testa bassa, capace di far bene più che di vendere. Maestra nel farsi “sorpassare” dai vicini veneti che il commercio invece ce l’hanno nel sangue. Vinta la disputa sull’origine del tiramisù, ora il Friuli si vede portare via un altro prodotto nato e cresciuto sulla sua terra: Scarpèts, Stafets, Stafez o Friulane che dir si voglia.

Il nome parla chiaro eppure, per i più, quelle pantofole di velluto care alla tradizione friulana sono le scarpe dei gondolieri veneziani. Amate dai turisti, che le comprano nei negozi di souvenir lungo le calli, e ora anche dai vip. Ultima in ordine di tempo Kate Moss, che a Soho ne ha comprate di rosse. Griffate ViBi Venezia, un giovane brand nato nella città lagunare dall’intraprendenza delle sorelle Viola e Vera Arrivabene, 23 e 25 anni.

L’azienda esordisce nel 2016, vanta uno sponsor del calibro di Yoox e “sforna” Friulane attualizzate. L’idea funziona, ma la primogenitura, ancora una volta, non è veneta. Al pari dell’origine della scarpa, anche la sua rivisitazione in chiave “lusso” viene dal Friuli. Da Reana del Rojale per la precisione dove Nicoletta Dileno e Tiziano Picogna, già nel 2013, danno vita al marchio Cencetak.

Tradotto: senza tacco. Come appunto gli Stafets. «Tutto nasce da una ricerca - racconta l’imprenditrice - che ho fatto qualche anno fa. Spulciando tra musei e biblioteche mi sono innamorata della storia di questo prodotto e ho contagiato Tiziano, mio ex compagno di scuola che fa lo stilista e a Reana ha riaperto la sartoria di famiglia». Per qualche tempo la passione è rimasta nel cassetto.

«L’abbiamo rispolverata, quasi per caso, quando l’Aman Venice ha commissionato alla sartoria le divise del personale e qualche paio di Friulane da far trovare in camera ai clienti. Così è nato Cencetak».

Scarpe tradizionali rilette in chiave sofisticata. Realizzate come un tempo completamente a mano, con la suola ricavata dalle ruote delle biciclette, l’interno di seta rossa e la tomaia in materiali dei più preziosi. Dal damasco ai velluti, dalla seta al taffetà.

E ancora ricami, dettagli Swarovski, piume. Ogni scarpa un capolavoro. Le sorelle veneziane arrivano dopo. Dopo le scarpe realizzate da Dileno e Picogna per l’Aman Venice, hotel di lusso ospitato nel cinquecentesco palazzo Papadopoli, proprietà della famiglia Arrivabene e sede dello store ViBi. Un caso?
 

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