Gli scontrini del Pd: dal teatro ai cristalli L'ELENCO

Oggi l’interrogatorio davanti al pm Frezza dell’ex capogruppo Moretton. Diverse contestazioni per regali ai dipendenti. Ponti: è rappresentanza

UDINE. Dal contribuito di 500 euro per l’associazione “Cammina Trieste” all’acquisto di diversi biglietti per il teatro, per complessivi 616 euro. Da 338 per una poco specificata compera di “utensili cristalleria” a molte cene e pranzi la vigilia di Natale o a San Silvestro, fino a 175 euro per una lampada Swaroski.

Sono alcune tra le spese “disinvolte” dei gruppi consiliari e rientrano tra le contestazioni che il pm della Procura di Trieste Federico Frezza ha elencato (come riportato in tabella) nell’invito a comparire notificato all’ex capogruppo del Pd Gianfranco Moretton, che a fine gennaio è passato tra le fila dei montiani.

Ma nel 2010, 2011 e 2012 – anni che gli inquirenti stanno passando ai raggi X esaminando tutte le spese di funzionamento dei gruppi – Moretton guidava i democratici e quindi a lui il pm chiede spiegazioni. Chiarimenti che cominceranno a emergere stamattina quando Frezza interrogherà l’ex capogruppo. L’appuntamento è fissato alle 9 e l’avvocato Luca Ponti ha chiara la linea difensiva, simile a quella illustrata per altri due assistiti e indagati, i capigruppo del Pdl Daniele Galasso e della Lega Danilo Narduzzi.

Indagati e rimborsi “disinvolti”

Oltre a Moretton gli altri democratici iscritti nel registro delle notizie di reato (e non ricandidati) sono Giorgio Baiutti, Sandro Della Mea e Alessandro Tesini. A Baiutti viene contestato un solo rimborso per un pranzo o una cena in otto il 31 dicembre 2010 da 800 euro. Il consigliere uscente ha fatto sapere che si è trattato di attività politica, di un incontro con esponenti di categoria.

Gli altri due rappresentanti della Regione spiegheranno al pm. Tesini dovrà motivare, ad esempio, la spesa di 573 euro tra il 23 e il 24 dicembre 2010 di prodotti caseari e dolci. O cosa sia la voce “accessori bimbi” da 299 euro o, ancora, l’iscrizione annuale da 150.

A Della Mea, invece, vengono contestati cinque scontrini tra macelleria (60 euro in tutto), articoli sportivi (55 euro) e 251 euro per una cena la vigilia di Natale in quattro e per un pranzo o una cena a Natale in cinque. Tutti gli altri sono rimborsi assegnati genericamente al gruppo del Pd, diversi sono regali di Natale ai dipendenti come ha già spiegato Moretton definendolo un gesto di prassi.

Per le adozioni a distanza, invece – due tranche, una a marzo e una a ottobre per complessivi 225 euro –, i biglietti per il teatro o l’acquisto di profumi a settembre per 135 euro Moretton forse fornirà al pm dettagli in più.

I regali ai dipendenti

Ponti sostiene che i partiti e i gruppi consiliari sono associazioni private e che i capigruppo non avevano alcun compito di controllo o di sorveglianza sui colleghi. E illustrerà un precedente, dal Trentino Alto Adige, finito in Cassazione per doni ai dipendenti. «È una sentenza – spiega Ponti – che riconosce per regali al personale il valore della rappresentanza, intesa come promozione del gruppo perché i doni venivano fatti appunto ai dipendenti». Altri particolari sono attesi oggi.

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