Gli stipendi d’oro dei manager pubblici

Ecco le dichiarazioni dei redditi degli amministratori che sono a capo di società con capitale statale o regionale

UDINE. In cima alla classifica c’è Fulvio Beltrame con 298 mila euro. Lo tallona Antonio Calenda con oltre 286 mila, mentre a debita distanza si piazzano Mauro Melato con 222 mila e Sergio Maniacco con 190 mila. C’è poi un gruppetto che si attesta tra 150 e 190 mila euro, che precede un’altra decina di nominativi con redditi individuali comunque non inferiori a 100 mila euro l’anno. Sono le cifre dichiarate al Fisco nel 2011 da manager e amministratori del Friuli Venezia Giulia che hanno occupato posti di rilievo nei Consigli d’amministrazione, nelle direzioni o nelle segreterie generali di enti al cui capitale Stato, Regione o Comuni partecipano con significative quote azionarie.

La pubblicazione annuale dei dati è disposta dalla Presidenza del Consiglio in attuazione delle norme sulla pubblicità della situazione patrimoniale dei titolari di cariche direttive o elettive in enti pubblici. L’elenco completo, su scala nazionale, comprende un migliaio di nominativi, ma i più significativi riferiti alla nostra Regione superano di poco le venti unità.

In Fvg al primo posto c’è Fulvio Beltrame, ex direttore generale della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, attuale amministratore delegato della Finest di Pordenone, che nel 2011 ha denunciato un reddito di quasi 298 milioni di euro. È seguito da Antonio Calenda, sovrintendente del Teatro Verdi di Trieste, che ha dichiarato oltre 286 mila euro. Il reddito di Alessandra Camposampiero, vicepresidente della Finest, sfiora gli 81 mila euro. Piero Cappelletti, direttore generale del Cro di Aviano, ha avuto un imponibile di oltre 183 mila euro, mentre quello di Paolo De Paoli, direttore scientifico dello stesso Centro, è ammontato a oltre 162 mila.

L’elenco prosegue con Michele Degrassi, ex assessore regionale, presidente della Finest, che ha dichiarato 125 mila euro, Roberto Dellamarina, vicepresidente di Area, il Consorzio triestino di ricerca scientifica e tecnologica, con oltre 155 mila, Roberto Dipiazza, ex sindaco del capoluogo giuliano (ora amministratore di società tra cui Srl Ai Mulini e Sas Roberto Dipiazza) indicato in quanto presidente della Fondazione del Teatro Verdi: reddito denunciato nel 2011 84 mila 515 euro. Si prosegue con Emanuela Fattorel, segretaria generale della Camera di commercio di Pordenone, con reddito di quasi 100 mila euro, lo stesso esposto da Enzo Lorenzon, presidente della Isontina Sviluppo di Monfalcone (ex ad dell’Azienda speciale Porto Monfalcone della Cciaa di Gorizia), poi c’è Sergio Maniacco, commercialista (sindaco in diverse società che dichiara la proprietà di un immobile a Palmanova e la titolarità di azioni di diverse aziende con sede a Udine, Palmanova e Milano), con un reddito di 190 mila euro.

L’ultimo blocco di manager pubblici segnalati comprende Iginio Marson, presidente dell’Istituto di Oceanografia e Geofisica di Sgonigo, con quasi 177 mila euro, Pierluigi Medeot, segretario generale della Cciaa di Gorizia, con 137 mila, Mauro Melato, direttore generale del Burlo Garofolo, con oltre 222 mila euro, Giancarlo Michellone (consigliere della Illy Caffè), presidente di Area (Istituto di ricerca di Trieste), che ha dichiarato 180 mila euro, Stefano Patriarca, segretario generale della Cciaa di Trieste, con 108 mila 552 euro, Maria Cristina Pedicchio (amministratore Eurotech con immobili in comproprietà a Grado, Monfalcone, Trieste e Venezia) in elenco in quanto presidente del già citato Istituto di Oceanografia di Sgonigo, con un reddito di oltre 135 mila euro; Renato Pujatti, presidente Finest, che ha dichiarato 67 mila 754 euro, Alessio Rocchi, direttore generale dell’Istituto presieduto dalla Pedicchio, con 142 mila 338 euro, Giorgio Zauli, Direttore scientifico del Burlo Garofolo, reddito 127 mila 617 euro. In coda c’è Claudio Orazi, Commissario straordinario del Verdi di Trieste, che ha denunciato entrate (si suppone per frazione d’anno) pari a 6 mila 948 euro.

Al conseguimento del reddito concorrono, oltre ai compensi conseguiti nell’espletamento degli incarichi pubblici, tutte le altre entrate derivanti da eventuali attività professionali.

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