Gli ultimi giorni di una campagna per le Europee spenta e senza big

UDINE. È passato poco più di un anno dalla campagna elettorale per le Regionali, eppure, a queste latitudini, sembra trascorsa una vita politica. Sono lontani, infatti, quei giorni in cui in Friuli Venezia Giulia planavano i numero uno dei partiti – da Matteo Salvini che chiuse la campagna elettorale di Massimiliano Fedriga a Trieste a Silvio Berlusconi che si fermò in regione per quasi una settimana – e questo piccolo lembo di Nordest era diventato il centro dell’agone politico nazionale.
Erano le settimane in cui a Roma si cercava disperatamente di formare un Governo, è vero, e la corsa per il post Debora Serracchiani si era trasformata nel primo appuntamento elettorale chiave dopo il 4 marzo, ma certamente se paragoniamo quelle settimane a queste, in vista del voto per le Europee (ma anche per le amministrative), il paragone è davvero impietoso.
Se escludiamo Giorgia Meloni – che però non scalda particolarmente ancora il cuore dei friulani – e l’ex premier Paolo Gentiloni, in arrivo domani, da queste parti di big, non si è visto praticamente nessuno. Nemmeno Salvini, in tour elettorale perenne, ha messo piede in Friuli Venezia Giulia, così come Nicola Zingaretti o Berlusconi fiaccato dai problemi di salute.
Quanto alla campagna elettorale vera e propria, poi, di “emozioni” vere e politiche se ne contano davvero una manciata. Forse le uniche “botte di vita” – con un possibile effetto pure dopo il 26 maggio – sono state figlie delle convergenze parallele di Ferruccio Saro che prima ha ammesso candidamente come alcuni imprenditori vicini a Progetto Fvg guardino con interesse a Carlo Calenda e poi ha organizza un evento per il candidato di +Europa David Borrelli facendo infuriare gli alleati in Regione. Per il resto, invece, il piatto langue parecchio.
Anche, ma non soltanto siamo chiari, per una serie di candidature decise dai partiti che difficilmente possono essere annoverate tra le prime fila dei rispettivi movimenti. Nell’elenco dei pretendenti per un seggio a Bruxelles vanno annoverati, prima di tutto, i due uscenti regionali. In casa del M5s, dopo tre sessioni di votazioni, ci riprova Marco Zullo che è stato raggiunto dalla recordwoman di “click” alle europarlamentarie e cioè quella Viviana Dal Cin, triestina, che adesso va a caccia delle preferenze per volare in Europa.
Un destino, questo, che la accomuna a Isabella De Monte, europarlamentare uscente del Pd e affiancata, nell’elenco dei candidati regionali, da Furio Honsell con l’ex sindaco di Udine che – schierato da indipendente – prova una difficilissima scalata, ma alla fine potrebbe doversi accontentare soltanto del ruolo di raccoglitore d’acqua per la lista dem a Nordest. Si vedrà, così come sarà interessante analizzare il dato finale di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia, al pari del numero di voti raccolti da Sandra Savino. La coordinatrice regionale azzurra è stata quasi costretta, esattamente come nel 2014, a candidarsi e si è messa a disposizione di un partito che, comunque, le riconosce un ruolo non banale avendola inserita come seconda in lista dietro a Berlusconi.
Una candidatura di servizio, quindi, è anche quella di Luca Ciriani – capogruppo al Senato – con Fratelli d’Italia, partito in cui corre pure, in quota Autonomia responsabile, la segretaria tondiana Giulia Manzan, ma è chiaro che – sondaggi alla mano – chi pare avere maggiori chance di essere eletto sono i due prescelti della Lega e cioè l’ex vicesindaco di Spilimbergo Marco Dreosto e l’attuale assessore a Buja Elena Lizzi. Lunedì mattina al massimo, sia come sia, tutto sarà chiarito. Per quanto riguarda le urne, ricordiamo che si vota soltanto domenica dalle 7 alle 23 e che si possono esprimere fino a tre preferenze purché almeno una sia di genere differente.
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