Gorgazzo-mania dopo 19 anni di stop alle immersioni

Sono già 180 i sommozzatori che, dal giugno del 2014 a domenica scorsa, hanno potuto scendere nel cuore nel Gorgazzo, dopo lo sblocco delle immersioni deciso dal Comune di Polcenigo. E presto, a lato delle sorgenti della Pedemontana, tornerà il Cristo: quello originale, infatti, è stato restaurato dal Centro pordenonese sommozzatori che al momento lo custodiscono in sede; a nove metri di profondità “protegge” i sub una copia, realizzata in materiale ferroso.
Nelle sorgenti del Gorgazzo, i cui fondali restano tuttora inesplorati, le immersioni erano state interdette nel 1995, dopo l’incidente che portò a quota nove i sub non più riemersi dagli abissi. A loro memoria una lapide di marmo ricorda «chi per agonismo fece sacrificio della vita». Dal 21 giugno 2014, approvato un rigido regolamento che vieta di scendere oltre i 42 metri, le immersioni sono di nuovo possibili e, a oggi, sono state 180, il sabato dalle 9 alle 14, la domenica dalle 9 alle 13.
Il regolamento del Comune di Polcenigo, elaborato sulle direttive Cnsas il collaborazione col Centro pordenonese sommozzatori (costituito come scuola sub nel 1972), ha autorizzato le immersioni per scopi scientifici, per interventi collegati alla sicurezza dell’uomo e promossi dalle forze dell’ordine e di soccorso, a coloro «che ne fanno esplicita richiesta e ne hanno titolo». E’ proprio quest’ultimo requisito che vincola i sub a rispettare un protocollo molto rigido, composto da 14 punti. Tra questi, il via libera del sindaco, la domanda anticipata di almeno sette giorni lavorativi, firmata dal responsabile del gruppo che intende effettuare l’immersione, i parametri turistici, la presenza di personale di vigilanza e soccorso e, ovviamente, la certificazione medica nonché il possesso dei brevetti. Ognuna delle quattro zone di immersione, inoltre, ha a sua volta un’altra serie di vincoli da rispettare.
La sorgente, ad oggi, è stata esplorata sino a 212 metri di profondità con 450 di penetrazione, grazie allo speleonauta Gigi Casati, classe 1964, che detiene il record dal 2008. Nessuno, però, ha precisa certezza del dedalo di cunicoli naturali che si ramificano sulla grotta e probabilmente il mistero resterà per sempre, per ovvi motivi fisici. Il soccorso da parte del personale Cnsas, in caso di emergenza, è garantito sino alla quota limite stabilita dal regolamento, ovvero -42 metri. Chi lo violerà, dunque, non potrà essere recuperato.
A nove metri di profondità è stato collocato il famoso Cristo, di materiale ferroso. Non è quello originale, custodito nella sede del Centro pordenonese sommozzatori: alcuni anni fa dalla collina cadde un masso che lo spezzò dalla spalla sinistra al fianco destro. I volontari lo hanno restaurato e a breve lo riporteranno al Gorgazzo, ma non sott’acqua: verrà posto sotto la montagna, perché le correnti, all’interno delle sorgenti, potrebbero danneggiarlo.
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