Gorizia, battaglia legale sul Palazzo del cinema
GORIZIA. Torna a risuonare l’allarme, più forte che mai, per la sopravvivenza del “Palazzo del cinema” di piazza Vittoria in pericolo a fronte dalla realizzazione, attualmente in corso, di un multiplex con 7 sale nel centro commerciale Ikea di Villesse. I primi segnali di preoccupazione erano emersi lo scorso anno con le analisi di mercato, riferite dal direttore di Transmedia, Giuseppe Longo, che gestisce i Kinemax di piazza Vittoria e di Monfalcone: vista la sovrapposizione dei bacini d’utenza, l’apertura di Villesse determinerebbe la chiusura dei multisala isontini a cominciare da Gorizia. E con la chiusura del “Palazzo del cinema” si perderebbero anche Dams, Mediateca, Filmforum festival, rischierebbe di scomparire una manifestazione di consolidato livello internazionale come il Premio “Amidei”, in corso proprio in questi giorni.
Transmedia e la finanziaria Kb1909 hanno compiuto una sforzo notevole per ristrutturare il palazzo di piazza Vittoria, con la realizzazione delle tre nuove sale e degli altri spazi che ospitano Dams e Mediateca: investiti oltre 5 milioni di euro. Le attività contestuali al Kinemax e alla cinematografia costituiscono inoltre la principale attrattiva della riqualificata piazza Vittoria, viste le difficoltà del commercio e per tutta la città sarebbe una perdita notevole. I lavori per il nuovo centro commerciale a Villesse stanno proseguendo e si parla di un’inaugurazione già a metà autunno (non si sa però se con la stessa tempistica sarà già operativo anche il multisala) e nel frattempo non ci sono passi in avanti concreti per l’approvazione del piano regionale delle sale già deliberato in giunta nel 2011 e poi revocato. L’approvazione del piano bloccherebbe, di fatto, l’apertura del multisala di Villesse visto che il piano stesso già aveva evidenziato la situazione di saturazione e la scarsità del bacino di utenza isontino.
Ora l’ulteriore novità è che Agis e Anec (Associazione generale italiana spettacolo e Associazione nazionale esercenti cinema) delle Tre Venezie hanno presentato ricorso al Tar contro la Regione Friuli Venezia Giulia, un’iniziativa che rappresenta secondo Longo «l'ultima ancora di salvezza per l'unico cinema di Gorizia» e il direttore del Kinemax ha inviato contestualmente una lettera al “Giornale dello spettacolo”, organo ufficiale dell’Agis dal 1945, pubblicata da ieri sul sito della testata e che sta suscitando particolare interesse in ambito nazionale.
«Il terreno del contenzioso – ricorda Longo nella lettera - riguarda le inadempienze derivanti dalla normativa che regola l’apertura di nuove sale. La Regione ha approvato il piano con delibera del 10 novembre 2011 per poi inspiegabilmente revocarlo il 10 febbraio 2012. Ciò ha dato avvio ad un lungo, faticoso e infruttuoso confronto che si è concluso con la conferma da parte della Regione della volontà di non procedere con l’approvazione della normativa prevista dalla Legge regionale del 2006. L'azione davanti al Tar è rimasta l’unica via possibile per impugnare tale orientamento della Regione che in maniera generica si richiama ai provvedimenti del governo Monti in tema di libera concorrenza. La direttiva europea Bolkestein parla invece chiaro, escludendo le sale cinematografiche dalla liberalizzazione. A fronte di un mercato già saturo, il rischio è che l'atteggiamento della Regione apra a scenari che toglieranno ossigeno alle sale già esistenti con la perdita di posti di lavoro e la dispersione di un patrimonio culturale incalcolabile».
«I cinema – ricorda Longo - non sono semplici attività commerciali. Il ricorso è una battaglia doverosa per la dignità degli operatori che promuovono il cinema quale fondamentale mezzo di formazione culturale e comunicazione sociale. Devono far fronte a innumerevoli difficoltà, dettate anche dalla crisi congiunturale e dalla conseguente depressione dei consumi, perciò non reggerebbero all'inasprimento della concorrenza in ambito locale. Un’attenta analisi di mercato ha rilevato che un nuovo multisala non porterebbe a nuovi flussi di persone, ma ad un travaso di spettatori dai cinema esistenti alla nuova struttura. Si rischierebbe la condanna a morte per i Kinemax e la conseguente estinzione di tutte le attività del Palazzo del cinema. Ne deriverebbero impoverimento per il territorio, perdita di spazi culturali e di aggregazione giovanile, taglio dei posti di lavoro, svuotamento di intere parti delle città, cancellazione delle borse di studio, soppressione del Premio “Amidei” che dal 1992 ospita protagonisti del cinema mondiale».
Piero Tallandini
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