Gorizia, bloccati i lavori della 56 bis per colpa di un metanodotto
GORIZIA. Un metanodotto “imprevisto”, collocato proprio in uno dei terreni sui quali dovrà passare la nuova bretella, e il patto di stabilità. Ecco i due fattori, in questo caso direttamente connessi, che stanno bloccando l’avvio dei lavori per una delle più attese opere viarie degli ultimi decenni: la strada regionale 56 bis.
Un collegamento rimasto incompiuto ormai quasi 40 anni fa (la bretella si interrompe in corrispondenza del cavalcavia) e che una volta completato consentirà di connettere l’area industriale di Gorizia alla strada regionale 56 “bypassando” i centri abitati di Lucinico e Mossa, che così saranno finalmente liberati da traffico e inquinamento.
L’avvio dei lavori che sembrava imminente slitterà ancora e tutto ciò nonostante l’iter per l’ultimazione del progetto esecutivo, per la parte di competenza degli uffici tecnici municipali, sia ormai di fatto concluso a cominciare dalla fase degli espropri.
Ecco il problema: su uno dei terreni privati acquisiti nei mesi scorsi passa un segmento del metanodotto: dopo l’esproprio, i tecnici hanno appurato che la posizione attuale della conduttura non è compatibile con il percorso della nuova bretella.
Secondo i progettisti e i tecnici della Snam basta spostare di qualche decina di metri il metanodotto per consentire la realizzazione della strada.
Per il riposizionamento del manufatto la Snam ha già dato il proprio via libera e l’intervento costerebbe 31 mila euro, cifra che l’amministrazione municipale ha a disposizione, ma non può spendere a causa del Patto di stabilità.
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