Gorizia, centro commerciale: stop al progetto

Le banche non prestano soldi, la crisi morde e gli investitori tuonano contro istituzioni e Ascom: «Ci hanno ostacolato»

GORIZIA. «Stand-by». Bruno Terpin lo ripete più volte. «In questo momento non ci sono le condizioni. Ergo, ci fermiamo». E’ l’ennesimo stop al parco commerciale di via Terza Armata, ambiziosissimo progetto di cui si parla fin dagli anni Novanta.

Nessun intoppo burocratico, stavolta. Sono gli investitori, quelli della Commerciale goriziana srl, ad auto-imporsi la pausa di riflessione. «Che durerà fino a quando non ci saranno certezze sulla ripresa economica: oggi – riflette Terpin – è difficile accedere al credito, le banche non finanziano. E a Gorizia gli spazi si riducono, il commercio è destinato a soffrire». Il centro commerciale da 300mila metri quadrati, dunque, rimane al momento un disegno su carta, nonostante gli investimenti (25 milioni circa) già effettuati.

E, in questo scenario, l’amministratore delegato della srl che puntava a regalare al capoluogo isontino il suo primo polo commerciale su larga scala, non manca di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Alle istituzioni è fregato poco del progetto, la Provincia in particolare non ci ha aiutato, preferendo mantenere uno status quo in ragione di non si sa bene cosa – graffia Terpin -. La Confcommercio? Ci hanno soltanto ostacolati». Insomma, la bandiera bianca non sventola ancora. Ma è pronta a essere srotolata, se le condizioni di mercato non muteranno.

«Abbiamo rivisto il progetto, sbilanciandolo rispetto all’originale sull’aspetto wellness: chi oggi si reca in un centro commerciale, vuole passarci la giornata e non si accontenta di trovare il negozio in cui effettuare i propri acquisti», spiega l’imprenditore goriziano. Da qui la variazione in corso d’opera, con un progetto che prevede aree relax, arene per spettacoli e zone wellness, accanto a un supermercato e a negozi dedicati al tempo libero. Intanto, nulla scorre.

«Per il momento mettiamo i ferri in acqua – aggiunge Terpin -. In futuro, chissà: di sicuro abbiamo perso una grande occasione. Il centro commerciale avrebbe potuto creare nuovi posti di lavoro, ridando impulso anche ai negozi del centro storico. Invece sono arrivati gli investimenti a Nova Gorica, a Gradisca, ad Aiello, ora a Villesse. E Gorizia è rimasta isolata, l’unica a non avere un grande polo commerciale».

Secondo l’ad della Commerciale goriziana, «oggi nessuno investirebbe in generale, tantomeno nel capoluogo isontino. Il commercio goriziano è destinato a un inesorabile declino: se apre qualche negozio, ne chiude inevitabilmente un altro. In questa fase non aumenta la popolazione, di riflesso non crescono neppure i consumi: la nostra città è rimasta indietro, siamo ancora alla bottega di terza generazione in centro storico. Nei prossimi anni chiuderanno tantissimi negozi», preconizza Terpin.

Colpa anche dell’Ascom? «Da loro abbiamo avuto più ostacoli che supporto – risponde diretto -. Ci hanno bloccato a più riprese. In centro i negozianti non fanno più affari e si lamentano oggi per le strade, domani per i parcheggi, dopo ancora per chissà cos’altro. Intanto, non hanno saputo sfruttare la riqualificazione del centro storico, perdendo un’occasione d’oro. A Pordenone Confcommercio dialoga con gli investitori esterni, per tentare di trattenerli sul territorio ed evitare che portino soldi altrove: qui no, si preferisce lasciarli scappare e vedere lentamente il tessuto commerciale morire».

Christian Seu

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