Gorizia, la mappa del degrado degli ex valichi di confine

Dalla Casa Rossa a Sant’Andrea: restano soltanto macerie A Merna il tetto della struttura è gravemente lesionato
Bumbaca Gorizia 29.03.2013 Ex valico Rafut- Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 29.03.2013 Ex valico Rafut- Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. Cinque anni e mezzo fa – era la notte tra il 20 e il 21 dicembre del 2007 – cadevano gli ultimi confini. Letteralmente: la Slovenia, dopo essere entrata nell’Unione europea, aderiva formalmente al Trattato di Schengen, per la libera circolazione dei cittadini.

Una rivoluzione che ha comportato, tra gli altri effetti, lo smantellamento delle ormai inutili strutture confinarie, progressivamente abbandonate da poliziotti e finanzieri che le presidiavano con scrupolo.

Sparite le garitte, restano, alla Casa Rossa, a Sant’Andrea, a Merna e a San Pietro, i segni indelebili della frontiera, con casi di degrado che finiscono per costituire un pessimo biglietto da visita per gli automobilisti che, provenienti dalla Slovenia, entrano nel nostro Paese.

Intanto è stato avviato il progetto per rimettere a nuovo, nei prossimi mesi, l’ex valico del Rafut destinato ad ospitare, dal 2014, gli uffici dell’Agenzia transfrontaliera per la promozione dell’economia sociale. I lavori, che comporteranno un investimento di 88 mila euro interamente coperto da fondi europei, dovrebbero cominciare già entro l’autunno.

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