Gorizia, parti ai minimi storici 60 neonati in meno rispetto al 2012
GORIZIA. Crollo dei parti nei Punti nascita degli ospedali di Gorizia e Monfalcone: si viaggia su una media di 50-60 neonati in meno rispetto al 2012 con alcune punte minime davvero desolanti, come i 19 parti fatti registrare in giugno al San Giovanni di Dio, dove dal primo gennaio al 31 maggio i fiocchi rosa e azzurri erano stati 116 (in luglio c’è stata una leggera ripresa con 27).
Ma non è che le cose vadano meglio al San Polo, dove nei primi sei mesi dell’anno le nascite sono state 180.
In base alle proiezioni – come ci ha detto il primario unico, Attilio D’Atri - i dati sarebbero estremamente pesanti, con 280 parti a Gorizia e 440 a Monfalcone al 31 dicembre 2013.
In entrambi i casi l’obiettivo dei 500 parti, soglia minima prevista dalla normativa, sarebbe molto lontano per Monfalcone mentre per Gorizia si tratterebbe di un’autentica debacle.
«Il trend al ribasso è abbastanza generalizzato su scala regionale – spiega D’Atri. In più, per quel che riguarda Monfalcone i motivi vanno ricercati nel minor numero di bimbi stranieri, i cui genitori praticano in maggior misura l’interruzione di gravidanza oppure ricorrono e metodi contraccettivi. Su Gorizia pesa indubbiamente l’incertezza che da tempo regna sulla sorte del reparto».
È un fatto assodato, tuttavia, che potenziali utenti dei due ospedali isontini si rivolgano sempre più spesso a Palmanova. «Gli organici dei due Punti nascita ora sono al completo, con 8 medici ciascuno, anche se a Gorizia c’è il problema della prima reperibilità che può essere coperta soltanto da due ginecologi “esperti”.
Il punto è che in entrambi i reparti continua a mancare il servizio di Guardia pediatrica attiva sulle 24 ore, previsto dalla legge.
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