Gradisca, restituito alla chiesa il calice in oro rubato da ignoti

La preziosa coppa era stata trafugata dal Duomo lo scorso febbraio La felicità del parroco, don Qualizza: «Ormai mi ero messo il cuore in pace»
Bumbaca Gorizia 26.12.2008 Natale, messa Gradisca - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 26.12.2008 Natale, messa Gradisca - Foto di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Era stato trafugato da ignoti nel febbraio scorso. Eppure quel prezioso calice in oro è misteriosamente ricomparso nei giorni scorsi proprio nella chiesa del Duomo dalla quale era stato rubato. Una mano ignota – chissà, la stessa che lo aveva fatto sparire dalla sacrestia - lo ha fatto ritrovare sull’altare ove riposano le sacre reliquie di Sant’Antonio di Padova, del quale la comunità parrocchiale di Gradisca ha appena celebrato la festa patronale.

Proprio il santo cui, fra l’altro, la tradizione popolare affida notoriamente il patronato sulle speranze di ritrovamento degli oggetti smarriti. La gioiosa scoperta è toccata al parroco del Santissimo Salvatore, don Maurizio Qualizza, che con somma sorpresa nella giornata di venerdì ha notato come il calice dato ormai per volatilizzato.

«Probabilmente qualcuno ha voluto ritornare sui propri passi – commenta il sacerdote -. Di certo per la comunità si tratta di una splendida notizia. Non soltanto per il valore artistico del calice (realizzato in filgrana ndr) ma anche per quello affettivo». Si trattava, infatti, di un dono di monsignor Giuseppe Chinchella, parroco del Duomo sino ai primi anni ’80. «Personalmente mi ero ormai messo il cuore in pace sulla sparizione del calice» confida don Qualizza.

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