Grado dichiara guerra alle “false residenze”

Si intensificano i controlli del Comune che ha già stanato diversi furbetti recuperando un milione di euro di Imu evasi sulle seconde abitazioni
Bonaventura Monfalcone-01.04.2013 Pasquetta-Grado e Grado Pineta-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-01.04.2013 Pasquetta-Grado e Grado Pineta-foto di Katia Bonaventura

GRADO. Nel corso degli ultimi tre anni il Servizio tributi del Comune di Grado ha emesso avvisi di accertamento per Ici e Tarsu/Tia non pagata per un totale di oltre un milione di euro (esattamente 1.077.153,85).

In particolare, solo nel corso del 2011 al fine di individuare eventuali applicazioni scorrette dei benefici, esenzioni e detrazioni di imposta per abitazione principale, sono state verificate 204 posizioni, che hanno prodotto l’emissione di 93 atti per un totale di 45.531,77 euro.

Sono alcuni dati che il vicesindaco e assessore al Bilancio, finanze e tributi, Gianni Di Mercurio, ha reso noti relativamente alla questione delle “residenze fittizie” tornato prepotentemente alla ribalta dopo che Il Piccolo aveva qualche tempo fa aveva evidenziato questa tematica.

A intervenire sull’argomento sono stati anche Erminio Tuzzi e Franco Brussa ai quali adesso il vicesindaco risponde Sull’argomento delle “residenze fittizie”, Di Mercurio spiega che il Servizio tributi da anni, in considerazione anche del particolare momento di crisi economica e della difficoltà a reperire risorse, si sta impegnando ancora di più per verificare il regolare pagamento delle imposte comunali, «proprio per ribadire un principio di giustizia fiscale ed equità, onde evitare vantaggi indebiti a favore di pochi, a scapito della collettività».

Viene poi ricordato che solo con l’introduzione dell’Imu, datata 2012, ai fini del riconoscimento degli sgravi per abitazione principale vengono rilevati non solo la residenza anagrafica (come invece era per l’Ici), ma anche la dimora abituale. In sintesi, in precedenza per godere delle agevolazioni era sufficiente la sola iscrizione anagrafica.

«Nel corso del 2012 il Servizio tributi, congiuntamente al Servizio demografico e al Comando della Polizia locale – illustra ancora il vicesindaco - ha fatto il punto su questa problematica elaborando un piano d’azione che necessariamente ha bisogno di tempo per poter essere attuato compiutamente».

Di più c’è stata l’introduzione dell’Imu che ha ritardato l’applicazione puntuale del progetto in considerazione del fatto che il legislatore non ha stabilito alcuna limitazione nel caso in cui gli immobili destinati ad abitazione principale siano ubicati in comuni diversi.

«In tale ipotesi il rischio di elusione della norma – aggiunge Di Mercurio - è bilanciato da effettive necessità di dover trasferire la residenza anagrafica e la dimora abituale in un altro comune, ad esempio, per esigenze lavorative».

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