Grafica, da Gemona un attacco a Udine

Lo sfogo di una quindicina di insegnanti dell’Isis D’Aronco Temono danni da un analogo corso da attivare al Marinoni

GEMONA. «Si lavora per dare qualità ed esclusività anche alle scuole in provincia, ma la città continua a voler prendersi tutto». Lo sfogo arriva da una quindicina di insegnanti dell’Isis “D’Aronco” di Gemona attivi in particolare nel corso di grafica e pubblicità avviato due anni fa con il sostegno del collegio docenti proprio per dare qualità e aumentare l’attrattività della scuola, che in quel modo era diventata l’unico istituto della provincia friulana a offrire quel tipo di formazione.

Ora, la notizia che anche al “Marinoni” di Udine tale corso di insegnamento sarà avviato già con il prossimo anno scolastico li lascia senza parole: «Certamente - ci ha detto Francesco Marsala, uno degli insegnanti - non abbiamo la pretesa di avere per sempre l’esclusiva, ma almeno ci fosse data la possibilità di portare il corso fino al quinto anno, viste anche le buone risposte che ci sono state negli ultimi due. In questo modo si rischia di annullare tutto il lavoro fatto per migliorare la nostra scuola di periferia». Attualmente, ci sono due classi al corso di grafica e comunicazione dell’Isis, ognuna delle quali con una ventina di studenti, e in più ci si era preoccupati anche di allacciare i contatti con le scuole di formazione, dando la possibilità di fare riferimento proprio al “D’Aronco” per ottenere la maturità. Per gli insegnanti si trattava di rispondere alle richieste di un mercato in crescita come quello della comunicazione anche in Alto Friuli, e adesso si corre il rischio che i ragazzi provenienti dalla zona collinare scelgano Udine anziché Gemona per quel tipo di formazione andando a incrementare il continuo flusso verso il capoluogo.

«La nostra sensazione - dice Marsala - in questo momento è quella di vederci offrire una caramella che in realtà è una pillola amara. Si dice che si faranno interventi per valorizzare le scuole periferiche perché la città sta collassando, perché troppi studenti smaniosi di una prima forma di indipendenza o desiderosi di quello che ritengono essere più “in” si riversano nelle scuole cittadine. Proseguiamo il nostro cammino con in bocca quella caramella amara e, per cortesia, non raccontateci che è dolce e non diteci che in tutto questo sarebbe sufficiente solo un po’ di buonsenso per raggiungere un confronto più aperto e multi-direzionale».

Piero Cargnelutti

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