Grandi molini italiani: sì al concordato, ora il piano di salvataggio

La ricerca dei 40 milioni per il rilancio è a buon punto. A Cordovado è impiegata una trentina di dipendenti

PORDENONE. Nei primi giorni di novembre la richiesta di concordato in bianco è stata accolta dal tribunale di Rovigo, dove Gmi, Grandi molini italiani, ha sede. Ora si lavora al piano di salvataggio. Gmi è un colosso del settore con un fatturato che supera i 364 milioni di euro e 250 dipendenti nei vari stabilimenti (di cui una trentina a Cordovado), e la società sta definendo il piano concordatario che prevede la ricerca di nuovi finanziamenti per circa 40 milioni di euro.

Una parte, 20 milioni, arriveranno dall’attuale presidente della società, Antonio Costato, che detiene la maggioranza della società.

A investire le risorse che mancano ci sarebbe la Cereal Docks dei fratelli Fanin che si candida in questo modo a rivestire un ruolo chiave nel rilancio di Gmi approdata al concordato perché schiacciata da circa 190 milioni di euro di debiti, di cui 120 con il sistema bancario (in particolare Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mediocredito Fvg).

La richiesta di concordato era stata depositata il 4 novembre ed è una delle modalità previste dalla nuova legge fallimentare, ovvero il concordato preventivo in continuità, che è finalizzato alla salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro per tutto il gruppo.

Grandi Molini Italiani è il primo gruppo molitorio italiano e tra i principali in Europa nella produzione di farine di grano tenero e semole di grano duro per uso domestico, professionale e industriale.

Gmi ha stabilimenti e terminal portuali e ferroviari a Livorno, Coriano Veronese, Porto Marghera, Trieste e Cordovado, a cui si somma la sede di Vienna oltre a filiali commerciali in tutta Italia.

Cordovado è sempre stato lo stabilimento più efficiente del gruppo e quello meno toccato dalla crisi finanziaria. Tanto che nei mesi scorsi praticamente non ha mai sospeso l’attività, diversamente da come è andata in altri siti dove i lavoratori hanno beneficiato degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione in primis, quando Gmi ha visto flettere gli ordinativi in parte per colpa della crisi, e in parte per la concorrenza di produttori di altri Paesi che stanno invadendo il mercato italiano con prodotti a prezzi di molto inferiori a quelli nostrani perchè beneficiano di costi di produzione del grano e di lavorazione più bassi di quelli nazionali.

Quello di Cordovado è uno stabilimento storico della molitoria friulana, il molino è specializzato nella produzione di farine per l’industria alimentare e per gli artigiani. Risale ai primi anni del secolo scorso quando vennero costruiti il molino e il silos da parte della Fratelli Variola spa.

Nel 1992 è stato oggetto di importanti investimenti per la costruzione del nuovo silos farina con il reparto miscelazione. Quattro anni dopo viene rilevato da Grandi molini italiani che investe ancora su Cordovado dotando lo stabilimento di nuove celle di condizionamento e anche di un magazzino automatizzato.

È del 2010 l’investimento per un nuovo impianto destinato alla produzione di farine per l’infanzia. Cordovado ha una capacità di macinazione di 400 tonnellate di grano tenero al giorno, è in grado di stoccare 8 mila 500 tonnellate di cereali e 3 mila 700 tonnellate di prodotti.

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