Il greco antico si impara con l’intelligenza artificiale: la scuola del futuro al liceo Stellini di Udine

All’istituto udinese si sperimenta l’utilizzo di ChatGpt finalizzato al consolidamento delle conoscenze e alla personalizzazione dei contenuti didattici in base al livello di ogni studente. Una ventina di docenti parteciperà a un percorso formativo sui compiti a casa e su come evitare che gli studenti utilizzino l’Ia come scorciatoia

Laura Pigani

Il greco antico si impara con l’intelligenza artificiale. Al liceo classico Stellini di Udine i docenti sono tornati sui banchi per sperimentare l’utilizzo di ChatGpt finalizzato al consolidamento delle conoscenze e alla personalizzazione dei contenuti didattici in base al livello di ogni studente. Ma non solo. Tra pochi giorni partirà anche un percorso formativo, che coinvolgerà una ventina di insegnanti dell’istituto di piazza Primo Maggio, sui compiti a casa e su come evitare che gli studenti utilizzino l’Ia come scorciatoia.

Studiare il greco antico con l'aiuto dell'intelligenza artificiale: laboratorio sperimentale al liceo Stellini di Udine

IA, opportunità o bignami 4.0?

Il dirigente scolastico del liceo classico udinese, Luca Gervasutti, non ha dubbi. «L’intelligenza artificiale – riferisce – è uno strumento estremamente utile per migliorare l’apprendimento e rendere più efficace l’insegnamento, quindi porta benefici sia per i docenti sia per gli studenti».

Piervincenzo Di Terlizzi, dirigente del Kennedy, a destra Luca Gervasutti, dirigente dello Stellini
Piervincenzo Di Terlizzi, dirigente del Kennedy, a destra Luca Gervasutti, dirigente dello Stellini

Alla base, però, non manca una certa reticenza. «Da parte degli insegnanti c’è diffidenza – prosegue Gervasutti – perché non si conoscono le reali potenzialità dell’IA e perché si teme che i ragazzi lo utilizzino in modo sbagliato. Cosa che avviene, almeno in parte, dal momento che c’è chi lo usa come una sorta di “Bignami 4.0” per svolgere i compiti a casa, ma anche durante le verifiche in classe, di nascosto dai professori. Ma questo significa utilizzare il 5% delle potenzialità che offre l’Ia, che invece può diventare una specie di secondo docente con cui confrontarsi a casa, a cui chiedere di simulare una verifica o una interrogazione, ma anche di esprimere una valutazione su ciò che lo studente sa».

Se impiegata non come scorciatoia, l’intelligenza artificiale potrebbe dunque servire ad approfondire gli argomenti svolti in classe e a personalizzare l’apprendimento. «Chiaramente – indica il dirigente scolastico del liceo classico – ci sono risvolti etici e di privacy che vanno tenuti in considerazione. Si tratta di uno strumento in continua evoluzione sul quale è opportuno che ogni scuola elabori un regolamento che tuteli il diritto d’autore come la privacy degli studenti. Quando ci si interfaccia con questi strumenti si utilizzano dati altrui e si lasciano i propri e questo scambio va regolamentato dagli istituti per non contribuire a creare pericolose situazioni che potrebbero sfociare nel cyberbullismo. Proprio per tutte queste ragioni – argomenta ancora il dirigente Gervasutti – la strada migliore è quella di favorire la formazione di docenti e studenti.

L’IA per studiare il greco antico

Allo Stellini è partito un laboratorio didattico di greco antico con interazione di Ia generativa, che si sviluppa in cinque lezioni, a cura di Piervincenzo Di Terlizzi, dirigente scolastico dell’istituto Kennedy di Pordenone. «Il focus – spiega Di Terlizzi – è il percorso di apprendimento. Con una decina di docenti di greco del liceo classico stiamo affrontando un percorso sull’uso dell’intelligenza artificiale per l’attività didattica e l’accompagnamento dei ragazzi che studiano greco antico. Poi sarà provato con gli studenti».

È stata simulata, tra l’altro, la situazione di un ragazzo, un principiante, che vuole lavorare sulle proprie conoscenze di greco e allenarsi sulla prima declinazione. A seconda che abbia una intelligenza verbale, capace di memorizzare le parole, o una intelligenza visuale, le modalità di interazione sono diverse. ChatGpt può proporre esercizi specifici, come ad esempio creare domande a scelta multipla o anche fornire riscontri sulle risposte. «I percorsi per arrivare allo stesso risultato sono differenti, fanno parte degli stili di apprendimento. Abbiamo analizzato – indica ancora Di Terlizzi – come ci si può muovere in maniera efficace con l’intelligenza artificiale, attraverso il prompt e il feedback successivo, per personalizzare i metodi di apprendimento. Abbiamo simulato alcune domande tipiche che potrebbe fare uno studente. C’è tutto un mondo da esplorare».

Coniugare «una lingua antica con uno strumento ultramoderno – chiarisce il dirigente del liceo classico Stellini – significa guardare al futuro senza dimenticarsi delle proprie radici».

I compiti a casa e l’IA

Il liceo classico si attrezza anche per scoraggiare gli studenti che fanno i furbi, chiedendo all’Ia di svolgere i compiti a casa al posto loro. A metà febbraio, infatti, partirà un altro corso, tenuto dalla formatrice Sonia Montegiove, dal titolo “I compiti a casa e gli esercizi in classe nell’era dell’Ia”. «Un percorso che coinvolgerà una ventina di nostri docenti, utile a comprendere – spiega il dirigente Gervasutti – come e quali compiti assegnare a casa agli studenti per evitare che utilizzino l’Ia come una scorciatoia».

Il corso offre l’opportunità di esplorare e sperimentare nuove modalità di proporre esercizi, «con l’obiettivo di migliorare l’efficacia dell’attività didattica nello sviluppare competenze sia disciplinari sia trasversali. I partecipanti impareranno a integrare l’intelligenza artificiale in modo etico e produttivo, trovando – indica il dirigente – un equilibrio tra tecnologia e apprendimento, per creare un ambiente educativo più dinamico e coinvolgente e guidare gli studenti nell’uso consapevole e produttivo dell’Ia per i compiti a casa».

Nel percorso è prevista anche una discussione su come l’uso improprio dell’Ia possa compromettere lo sviluppo di competenze e su come stabilire confini etici chiari per il suo impiego. Un tema sul quale lo Stellini si è da tempo interrogato, tanto che già l’anno scorso ha promosso una rete alla quale hanno aderito 55 scuole della regione che ha portato alla pubblicazione delle prime linee guida sull’utilizzo dell’Ia in ambito scolastico.

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