Grillo firma il patto pro vax, ma il M5s in Fvg si defila: «Parla per sè»

Gli eletti in consiglio regionale ripetono: favorevoli ai vaccini, contrari all’obbligo. Sergo: ragioniamo con la nostra testa
Da sinistra, Andrea Ussai, Ilaria Dal Zovo e Mauro Capozzella
Da sinistra, Andrea Ussai, Ilaria Dal Zovo e Mauro Capozzella

UDINE. I Cinque stelle prendono le distanze dal fondatore del Movimento, Beppe Grillo. La firma del documento di Burioni è a tutti gli effetti un’inversione di rotta per il comico genovese che ha sempre attaccato – anche durante i suoi spettacoli – i medici che promuovono le vaccinazioni obbligatorie, i genitori che vaccinano i figli e le case farmaceutiche.

Le distanze arrivano non tanto per la scelta, quanto per la discontinuità di pensiero. Perché i consiglieri regionali pentastellati precisano di essere sempre stati favorevoli ai vaccini e invece contrari all’obbligo introdotto dal ministro Lorenzin.



«In più occasioni abbiamo ribadito che non siamo no vax – spiega Cristian Sergo –, il nostro obiettivo è rivedere la Lorenzin per ritornare alla legge precedente». Sulla svolta di Grillo, Sergo resta vago: «Bisognerebbe chiedere a lui le ragioni che l’hanno spinto a firmare. Ma non è che ogni volta che Grillo dice una cosa, noi dobbiamo obbedire. Non è cosi e l’abbiamo dimostrato in più occasioni».

È invece una vera e propria presa di distanza quella del consigliere pordenonese pentastellato, Mauro Capozzella: «Grillo è Grillo, quella è una sua posizione personale.

Quella del Movimento è sempre stata una posizione diversa, incentrata sulla contrarietà all’obbligo, ma favorevole a una corretta informazione. Abbiamo massimo rispetto delle leggi vigenti – argomenta il pordenonese –, poi la posizione politica è stata sempre quella di negare l’uso eccessivo e indiscriminato delle vaccinazioni».

E non è finita, perché Capozzella incalza: «Grillo parla da privato cittadino, è ovvio che per noi lui rimane una figura importante, anche dal punto di vista ideologico, e il suo contributo è sempre determinate e decisivo. Ma noi che siamo dentro le istituzioni dobbiamo agire secondo le regole. Comunque per me cinque o sei vaccinazioni al massimo sarebbero giuste».

Ancora più tranchant il capogruppo Andrea Ussai: «Voglio leggere il documento e vedere cosa ha firmato. In ogni caso Grillo ha fondato il M5s, ma non ne è il portavoce. Per noi vale sempre quello che abbiamo scritto nel contratto di governo: non siamo contrari ai vaccini, ma all’obbligatorietà.

Si possono raggiungere le coperture vaccinali – insiste Ussai – anche senza le multe, ma facendo informazione e coinvolgendo le famiglie, confortandole senza strumentalizzare alcunché. Crediamo nella comunità scientifica, ma anche che vadano tolti i suoi conflitti di interesse».

Insomma, i Cinque stelle riconoscono «l’importanza dei vaccini nella storia», per usare le parole di Ussai, «ma in questi anni è stato fatto poco per informare e confrontarsi – aggiunge il consigliere –. L’ex ministro Lorenzin, che aveva una chiara carenza di autorevolezza, ha fatto un decreto autoritario che abbiamo contestato da subito e speriamo di poter rivedere con una legge nazionale.

Il Movimento non ha cambiato rotta, che poi Grillo abbia firmato il documento di Burioni è una sua scelta personale che non cambia i nostri impegni».

Mamma (per la seconda volta) da pochi giorni, la consigliera Ilaria Dal Zovo parla tenendo in braccio il pargoletto nato alla fine di dicembre.

«Ho scelto di vaccinare per tutto il mio primo figlio, sebbene io sia dubbiosa rispetto ai vaccini. Li faccio – racconta Dal Zovo –, ma resta sempre il punto di domanda se fai bene o male. Alla fine credo sia un bene fidarsi del sistema sanitario». —


 

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