Guai fiscali, due anni al pilota De Cecco
MANZANO. Due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena, più la confisca di beni e denaro per oltre 1 milione e 866 mila euro. È la pena patteggiata da Claudio De Cecco, 49 anni, pilota di rally pluripremiato di Manzano, in relazione all’inchiesta avviata due anni fa dal pm Marco Panzeri su una frode fiscale a sei zeri scoperta dalla Guardia di Finanza.
L’udienza a carico di De Cecco si è tenuta ieri dinanzi al gup Roberto Venditti dove De Cecco, assistito dall’avvocato Giovanni Battista Campeis, si è presentato con la moglie, Sabrina Colussi, 47 anni, legale rappresentante della “Friulmotor srl” di Manzano, coimputata.
Per lei il difensore di fiducia Ezio Franz ha chiesto l’ammissione al rito abbreviato semplice. Ritenendola colpevole, il giudice l’ha condannata a 2 anni di reclusione, oltre alla confisca di beni e proprietà per 1 milione 453 mila euro e alle pene accessorie. Una sentenza avverso la quale la difesa ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in Appello.
Altra condanna in rito abbreviato, stavolta a 5 mesi e 10 giorni di reclusione con sospensione condizionale della pena, quella nei confronti di Daniele Abramo 45 anni udinese, difeso dall’avvocato Rossano Paradiso.
È stato invece rinviato a giudizio Predag Raden, cittadino bosniaco di 41 anni, difeso dall’avvocato d’ufficio Marco Fattori, che dovrà comparire dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Udine Angelica Di Silvestre il 19 settembre per difendersi dalle accuse formulate nei suoi confronti.
Stando alla tesi dell’accusa, De Cecco, legale rappresentante dall’aprile 2006 al dicembre 2008 della “Friultecno sport Srl” di San Giovanni al Natisone, e successivamente amministratore di fatto della stessa, avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti con l’obiettivo di garantire alla “Friulmotor Srl” di Manzano l’evasione di imposte sui redditi o Iva per gli anni 2006 e il 2009, fini che avrebbe ottenuto anche elencando elementi passivi fittizi nelle dichiarazioni fiscali attraverso l’utilizzo di fatture emesse anche da società estere risultate poi inesistenti.
Il coinvolgimento di Daniele Abramo, invece, riguarderebbe l’arco temporale compreso fra il dicembre del 2008 e il dicembre dell’anno successivo, epoca in cui avrebbe rivestito l’incarico di legale rappresentante e liquidatore della “Friultecno Sport srl”.
La figura di Raden, poi, è affiorata a partire dal 2 dicembre 2009, quando assunse il medesimo ruolo nella “Friultecno sport” dalla quale sarebbero stati omessi versamenti i titolo d’imposta sul valore aggiunto, e in relazione alla quale viene pure contestata la distruzione delle scritture contabili.
Infine, il ruolo della Colussi, legale rappresentante della “Friulmotor” a partire dal marzo 2006, che avrebbe agito in concorso con il marito De Cecco per evadere le imposte dal 2006 al 2009 avvalendosi di fatture inesistenti emesse da aziende come “Friultecno sport”, “King Sport Italia”, “Motor Promotion srl”, “Network srl”, nonchè di aziende risultate inesistenti come “Europe Marketing and logistic”. Per l’accusa, il flusso di fatture avrebbe sfiorato un ammontare di 25 milioni di euro, per complessivi 3,8 milioni di euro di imposta evasa.
Secco il commento dei coniugi dinanzi all’esito del procedimento. De Cecco ha ribadito la propria fiducia nei confronti dell’operato degli uomini delle Fiamme gialle che hanno effettuato gli accertamenti e della magistratura che ha coordinato le indagini ma, nel contempo, ha tenuto a sottolineare l’essenza dell’azienda.
«La Friulmotor è un’azienda che opera da un decennio – ha detto – abbiamo dipendenti cui diamo lavoro e organizziamo oltre una cinquantina di gare all’anno, comprese competizioni a livello di campionati mondiali - ha chiosato De Cecco – possono esserci delle irregolarità nella contabilità, non voglio sindacare l’operato degli inquirenti, voglio solo dire che in questi anni abbiamo lavorato duramente. Quanto alle fatture, negli anni di maggiore attività abbiamo avuto un fatturato massimo di 2 milioni di euro, eppure ci vengono contestate fatture false di importi davvero esorbitanti. Da parte nostra – aggiunge – posso solo dire che cercheremo di andare avanti comunque e di continuare a lavorare, per quanto difficile possa risultare ora».
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