Guerriglia allo stadio Friuli, tutti condannati i nove ultrà napoletani
UDINE. Reclusione per tutti. E pagamento dei danni al tifoso dell’Udinese accoltellato mentre entrava al bar “Allo stadio”, poco prima della partita. Si è chiuso con un elenco di condanne il processo a carico dei nove ultrà napoletani che, il 7 febbraio 2010, misero a ferro e fuoco i Rizzi.
Individuati e arrestati dalla Polizia subito dopo gli scontri (uno fu braccato il giorno dopo, quando si trovava già nel Casertano), erano stati indagati per concorso in possesso di strumenti atti a offendere durante manifestazioni sportive (una legge speciale dell’89, modificata nel 2007) e, il solo aggressore, anche per lesioni aggravate. Ieri, il tribunale ha confermato le accuse, infliggendo pene a tutti.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico Mariarosa Persico. Il prezzo più alto è quello che dovrà pagare Massimiliano Cioce, 29 anni: 1 anno e 2 mesi di reclusione e risarcimento del danno (da liquidarsi in separato giudizio, con provvisionale di 6 mila euro) a Dario Giordano, l’uomo preso a botte con bastoni, calci, pugni e uno sgabello, e infine ferito con un coltello alla spalla e al dorso - lesioni giudicate guaribili in dieci giorni -, fuori dal bar, e costituitosi parte civile con l’avvocato Roberto Mete. Il pm Claudia Finocchiaro aveva chiesto la condanna a 8 mesi.
A seguire, i 9 mesi e 3 mila euro inflitti a Gennaro D’Alesio, 30 anni, il casertano arrestato in flagranza differita e cui si contestavano anche il concorso, con altri non identificati, del possesso di alcune cinghie che gli amici portavano arrotolate alle mani, e della partecipazione a una rissa tra opposte tifoserie di fronte al Friuli.
Per entrambe le ipotesi, il pm aveva proposto l’assoluzione, chiedendo la condanna a 6 mesi e 1000 euro di multa per il solo possesso di uno sfollagente telescopico in metallo lungo 41 centimetri, nascosto nel vano porta oggetti dell’Alfa Romeo 147 con cui il suo gruppo era arrivato a Udine. Identiche le conclusioni del pm per Pasquale Marino, 28 anni, accusato per lo sfollagente e non più per la rissa, ma giudicato responsabile di entrambi e condannato a 8 mesi e 2100 euro di multa.
Chiamati a rispondere con Cioce del possesso di due tubi di plastica lunghi un metro, uno dei quali con anima in acciaio, custoditi nel portabagagli del loro furgone, Francesco Amato, 26 anni, Alessio Tassieri, 26, Roberto Murena, 25, Giuseppe Sabella, 25, e Giorgio De Lutio, 26, sono stati condannati a loro volta a 8 mesi e 2 mila euro di multa. Stessa pena per Emerson D’Esposito, 30 anni, trovato in possesso di un’asta per bandiera. Per tutti, la Procura aveva chiesto 6 mesi e 1000 euro. Il giudice ha concesso la sospensione condizionale della pena ad Amato, Tassieri, Murena, Sabella e De Lutio.
«Attendiamo le motivazioni e poi andremo in Appello – ha annunciato l’avvocato Giovanni Adami –. A dibattimento, ci siamo difesi portando, tra l’altro, foto che mostravano come le aste nel furgone fossero entrate anche in altri stadi, non potendosi considerare oggetti atti a offendere. Del furgone non c'è prova che sia mai arrivato nella piazza dei Rizzi».
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