«Ho scoperto la forza del web ma non farò mai politica»

Intervista a Panariello. Il comico stasera al Giovanni da Udine con il nuovo show “inmezz@voi!” «Le elezioni? Abbiamo perso noi. Nel senso di popolo. Se ci fosse stato Renzi...»

Mai una tentazione politica? Ci starebbe, no? Già un comico è arrivato. E sappiamo chi e dove. Se trovi un equilibrio su un palco, be’, è già un vantaggio. Lei, Panariello? «Ma no, nemmeno un pensiero. Anche se il mio “Movimento di palle” un senso ce lo poteva pure avere. Come uomo di scena invidio ai politici i loro autori. Sono bravi, eh! Infatti sto cercando di assoldare Capezzone. Ah, poi sul look ci hanno invece copiato alla grande. Senza giacca, con le maniche della camicia tirate su. Cabarettisti».

Giorgio è uscito dalla tivù per venire a trovarci. Tour trionfale, a quanto si legge. Titolo esplicito: inmezz@voi! Nel senso: la montagna viene a noi, ecco, citando Maometto. E lo fa nel modo più avvolgente possibile. Pubblico sul palcoscenico. «Accorcio le distanze, spiega, mi piace avervi attorno. E si gioca, s’improvvisa». Col marchio dell’Azalea Promotion ben in vista, lo show - con tanto di mega orchestra virtuale e con un trio reale - sarà questa sera al Giovanni da Udine.

- Ci spia qualcosina?

«Vedrete molto più Giorgio e meno Panariello. Spiego. Personaggi in parcheggio e più vita vera. Giungo alla mezza età e mi fermo un po’ a riflettere. Il web, tanto per cominciare. Non l’ho scoperto ieri. L’altro ieri, però. Diffidando del social network non cogli la modernità nei suoi aspetti più ampi. Sa quanti consigli ho chiesto ai miei amici di Facebook per mettere assieme questo spettacolo? Si va avanti assieme. Un coinvolgimento promettente».

- Restando a nuotare nel mare tecnologico. Tante trappole e ci si allontana, non trova?

«Si vedono scene al ristorante, guarda. Lui che digita, lei che naviga. E zitti, ognuno dentro universi propri. I figli poi eccitati dai giochini e siamo a posto. A parte l’incomunicabilità familiare, se ne fai un uso proprio è un mondo fantastico. A saperlo leggere cogli rivoluzioni prima che accadano. La potenza di Grillo è uscita pian piano dai blog, così come i segnali forti dai Paesi Arabi o più banalmente il costrutto della 50 sfumature di grigio».

- Ascolteremo della musica, ci pare?

«L’orchestra che c’è ma non c’è è imposta dalla spending review. Ci sarà un trio, però. Sì, cercheremo di capire come mai le canzoni di una volta, non so tipo Io che amo solo te, avevano una facilità d’ascolto che quelle di oggi non si sognano di avere. Canta tu Tiziano Ferro!».

- Come si è alzato martedì mattina? Già sapeva cosa era successo nella notte?

«Abbiamo perso noi. Come popolo dico. Non è stata una sorpresona da bocca aperta. Bastava ascoltare la gente e si capiva. Senza veli le dico di essere uno da centrosinistra, ma non è una rivelazione. E sono un renziano. Con lui ce la saremmo giocata meglio. Una buona parte degli indecisi di centrodestra lo avrebbe votato».

- Il suo one man show ha un incipit politico nostalgico...

«Una carrellata di volti dei tempi persi, quando sapevi chi sceglievi. Erano leader seri».

- Sul sito www.giorgiopanariello.it/contest lei lancia un concorso per nuove penne. Bravo. Apre le porte a chi solitamente se le vede sbattere in faccia.

«Sto leggendo sceneggiature interessanti. C’è bisogno di gioventù fresca capace di innovare ’sto vecchiume».

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