«Homepage ci sarà, ma in salsa ridotta»

Udine, oltre 30 mila alla sesta edizione e l’ideatore Manuele Ceschia pensa già alla prossima: «Non intendiamo mollare»

UDINE. Dalle 30 alle 35 mila presenze. Tempo di bilanci per Homepage Festival, la manifestazione che venerdì sera ha calato il sipario sulle note dei veneziani Ska-J e dei friulani Playa Desnuda. Un calendario di tre mesi con 17 serate live al parco Cormor. Ma non c’è stata solo musica: 12 gli incontri culturali organizzati nella cornice della corte di Palazzo Morpurgo, 14 i laboratori che hanno spaziato dalla cucina vegana all’educazione ambientale, passando per le arti visive.

Tra tanti numeri, Manuele Ceschia, il 28enne ideatore e promotore dell’evento, ricorda un momento particolare di questa sesta edizione: «L’11 luglio sono salito sul palco per dire che per via delle restrizioni sul rumore dovevamo spegnere la musica alle 23. Subito la gente che c’era si è messa a urlare il suo disappunto», dice Ceschia. E annuncia: «E’ lì che ho capito che nonostante tutto aveva ancora senso continuare a credere in questo progetto. Ci saremo anche l’anno prossimo, magari in un formato più ridotto».

Manuele Ceschia, sono stati unidici weekend intensi. A un certo punto sembrava che il Cormor fosse “silenziato”. E’ così?

Sì, abbiamo dovuto spostare il palco per creare meno rumore. E poi, dopo nuovi rilievi dell’Arpa, siamo stati costretti a chiudere la musica alle 23 nei giorni feriali e alle 23.30 in quelli festivi. E questo oggettivamente ha creato delle difficoltà.

Che tipo di difficoltà?

Tanta gente era abituata ad arrivare più tardi. E poi con questo orario, come ha denunciato Fabio Ciprian, il presidente della cooperativa che ha in gestione il parco, non è più economicamente conveniente andare avanti.

Vi siete sentiti presi di mira dall’Arpa e da chi chiedeva continue rilevazioni sui rumori?

Oggettivamente le nostre spese per organizzare l’evento non sono diminuite, mentre le entrate si sono ridotte per via degli orari. Ma devo dire che con l’Arpa, il Comune e anche la Regione c’è stata un’ottima collaborazione. Vorrebbero far diventare il parco un laboratorio aperto alla cittadinanza limitando però l’impatto acustico ma al momento noi non possiamo investire negli impianti richiesti.

Quello del rumore non è un problema che riguarda solo la periferia. Anche in centro quando si organizza qualche manifestazione non mancano le lamentele. Cosa ne pensi?

Secondo me è calata la soglia di tolleranza. Quando studiavo ero tra gli organizzatori dei mercoledì universitari e all’epoca prima delle due di notte difficilmente qualcuno ci faceva storie. Poi certo, in città, è necessario ancora di più arrivare a una mediazione.

Da circa un mese è nata l’iniziativa “Udine: we don’t want a no fun city”, dove diversi giovani - più di 1.500 gli iscritti al gruppo Facebook - vogliono continuare a tenere vivo il centro cittadino. Sei dalla loro parte?

Sì, li seguo e mi hanno anche invitato a un loro incontro. Per me questo confronto tra giovani è importante ma sarebbe altrettanto aprirsi a tutta la cittadinanza, specie ai residenti che si lamentano del rumore. Non a caso ho consigliato un incontro pubblico per confrontarsi con Confcommercio, l’amministrazione comunale, l’Arpa e i cittadini.

Per finire: ci sarà e cosa aspettarsi per la settima edizione di Homepage?

Sì, ci sarà. Magari in formato ridotto ma non intendiamo mollare.

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