Honsell è fiducioso: governerò fino al 2018

Il sindaco di Udine è certo di non perdere i numeri. E i Dem tentano la mediazione: lavoriamo per l’unità
Udine 9 Giugno 2015. nuovo assessore © Foto Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Udine 9 Giugno 2015. nuovo assessore © Foto Petrussi Foto Press - Massimo Turco

UDINE. «Rivoluzione in senso astronomico significa che tutti fanno il giro e poi tornano dove erano». All’indomani dell’annuncio della costituzione del nuovo gruppo consiliare che indebolirà il Pd, il sindaco, Furio Honsell, è l’unico a usare la verve da professore prima di confrontarsi con i tre “ribelli”.

«Credo - aggiunge - che quest’operazione non mi danneggi, in fondo il mio principio è sempre stato quello della massima libertà di espressione. Ben venga il dibattito». Tutto questo mentre il Pd getta acqua sul fuoco e tenta ancora la mediazione.

Nel dirsi favorevole al pluralismo, Honsell respinge le critiche che gli sono state rivolte da Andrea Sandra soprattutto per quanto riguarda la mancata condivisione della nomina dell’assessore ai Lavori pubblici, Pierenrico Scalettaris, del Pd. «Quella nomina, sulla base dell’accordo elettorale applicata per assegnare le deleghe, spettava al Pd e prima di nominarlo l’ho comunicato ai capigruppo. L’assessore non poteva essere assegnato a Sel. Ma uno dei componenti del cda del Cafc è stato suggerito da Sel, ho accolto la proposta di Sandra».

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Udine 24 maggio 2013.Primo Consiglio Comunale..© Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

Per quanto riguarda, invece, le unioni omosex nei confronti delle quali «Honsell - queste le parole di Sandra - si è intiepidito», il sindaco ricorda di essersi assunto responsabilità individuali nelle trascrizioni dei matrimoni gay. Detto tutto ciò, Honsell ricorda ai “ribelli” che «i problemi nazionali non devono riflettere a livello locale, se uno vuole fare un’azione di sinistra deve rimanere unito. La forza del governo comunale e regionale è che, a differenza di quello nazionale, è solo di centrosinistra».

Il dibattito è rinviato a stamattina quando Honsell si confronterà con Aziz, Sandra e Castiglione. Intanto nel Pd regna l’imbarazzo. Ieri sera alla riunione del gruppo consiliare ha partecipato anche il segretario provinciale, Massimiliano Pozzo, l’obiettivo è cercare di ridurre le perdite.

In una nota il Pd si dice sorpreso «dalla presunta decisione di Aziz di lasciare i dem. Aziz si era reso disponibile a ricoprire la carica di capogruppo del partito in Comune e oggi lascerebbe addirittura il gruppo? Ci sembra quantomeno strano» affermano il segretario, Enrico Leoncini, la capogruppo Monica Paviotti e il vicesindaco Carlo Giacomello senza nascondere il loro dispiacere «perché - spiegano - tutti lavoriamo per l’unità del partito e il sostegno al sindaco Honsell. Una fuoriuscita ci farebbe male. Finora i segnali di discontinuità di Aziz sono stati manifestati, a tratti, ma non erano sfociati in una richiesta esplicita di chiarimento».

Diversa la posizione del consigliere regionale, Vincenzo Martines, secondo il quale «Aziz è un altro esempio di quello che sta accadendo nel partito, una diaspora molto preoccupante, Su questo, anche a Udine, è bene cominciare a riflettere».

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